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Francesco Del Franco: 'Bene per il Distretto Energetico Industriale'

Caserta - Ho appreso con molta soddisfazione del progetto che ha messo in campo Confindustria Caserta, il che rende ancora più chiara a tutti la rilevanza e la convenienza della scelta di percorrere la strada della Green Economy per le ricadute in...

Ho appreso con molta soddisfazione del progetto che ha messo in campo Confindustria Caserta, il che rende ancora più chiara a tutti la rilevanza e la convenienza della scelta di percorrere la strada della Green Economy per le ricadute in sviluppo, posti di lavoro e profitti, oltre che del tutto leciti ma anche ecologicamente puliti e sostenibili.
Un Distretto Energetico Industriale a Caserta certamente può sostenere in un'ottica distrettuale le esigenze formative, organizzative e finanziarie delle singole aziende che sono in difficoltà o che hanno bisogno comunque di una svolta sulla traccia della Green Economy, oltre che ovviamente provare a riassorbire e risolvere tutti quei problemi dei tanti lavoratori in cassa integrazione, licenziati e senza un minimo reddito.Voglio però richiamare tutti, Confindustria Caserta, il governo Provinciale e Regionale, i Sindacati, al testo della scorsa Finanziaria, Decreto Legge n. 78 del 31.05.10 Art.45, che potrebbe compromettere la riuscita di questo progetto.
Tale norma, infatti, interviene sui CERTIFICATI VERDI (un certificato verde è una forma di incentivazione di energia elettrica da fonti rinnovabili) abolendone il ritiro da parte del GSE ( Gestore Servizi Energetici ) di quelli in eccesso e facendone di conseguenza crollare il prezzo, limitando quindi il ritorno degli investimenti già realizzati e di quelli programmati; tutto ciò è un grosso ostacolo per lo sviluppo delle energie eco-sostenibili e per chi investe in questo settore.
E' una norma che rischia di colpire pesantemente lo sviluppo delle energie pulite in Italia e la credibilità delle scelte italiane rispetto alla prospettiva di diffusione delle rinnovabili al 2020 obbligatoria per tutti i Paesi UE (30 per cento la quota verde dei consumi elettrici).
Se a questo aggiungiamo che non si hanno notizie del piano di sviluppo delle rinnovabili che il governo doveva consegnare a Bruxelles entro il 30 giugno, si intuisce come il decreto elimina le certezze degli investitori del settore.
Con le nuove regole sarebbe in forse il ritorno dell'investimento nei CERTIFICATI VERDI con drammatici effetti in termini economici e occupazionali in uno dei pochi settori che, in questi mesi, ha mostrato segnali positivi in tutto il Paese.
Vogliamo ricordare anche che si attendono dal 2003 le linee guida per i progetti da fonti rinnovabili, e non si hanno notizie sul futuro degli incentivi in conto energia per il solare fotovoltaico, né della detrazione del 55% per il solare termico.
Chiediamo quindi che il Governo cambi idea sui certificati verdi e presenti finalmente il "piano rinnovabili" per una discussione pubblica prima di consegnarlo a Bruxelles.In questo modo, oltre che riuscire entro il 2020 a rispettare i parametri europei delle quote verdi nei consumi elettrici, daremo anche sicuramente delle basi solide al futuro di ottimi progetti come quello messo in campo dalla Confindustria Caserta del Distretto Energetico Industriale e speranze sane, solide e confortanti ai tanti imprenditori e lavoratori di Terra di lavoro che aspettano da troppo tempo ormai la soluzione ai loro problemi di sopravvivenza.

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