rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Annata agraria 2006: calano produzione, valore aggiunto, redditi e investimenti

(Roma) Ancora unannata agraria con il segno negativo. Dopo un disastroso 2005, abbiamo, infatti, avuto un 2006 carico di difficoltà e di problemi che hanno confermato una persistente e preoccupante crisi strutturale del settore. La produzione...

(Roma) Ancora unannata agraria con il segno negativo. Dopo un disastroso 2005, abbiamo, infatti, avuto un 2006 carico di difficoltà e di problemi che hanno confermato una persistente e preoccupante crisi strutturale del settore. La produzione, secondo i dati preliminari della Cia-Confederazione italiana agricoltori, è scesa del 2,8 per cento; il valore aggiunto ha fatto registrare un calo del 3,5 per cento; i costi hanno continuato a salire (più 1,4 per cento); le importazioni sono aumentate del 3,1 per cento, mentre le esportazioni sono cresciute dell1,8 per cento; gli investimenti delle aziende hanno avuto, dell1,8 per cento e si è andata sempre più allargando la forbice tra i prezzi praticati sui campi e quelli al consumo. A chiudere il cerchio i redditi degli agricoltori che hanno avuto una flessione del 4,2 per cento che fa seguito al taglio drastico del 10,4 per cento di due anni fa.Il calo della produzione lorda vendibile agricola -come è stato fatto notare durante la conferenza stampa del presidente della Cia Giuseppe Politi- è stato determinato da una contrazione pari al 3,2 per cento delle coltivazioni vegetali e dalla diminuzione del 2,1 per cento avutasi nel comparto zootecnico.Per quanto concerne le coltivazioni si registrano -sottolinea la Cia- flessioni per i cereali (meno 6 per cento), per gli ortaggi (meno 5,4 per cento, con un meno 13,8 per cento solo la produzione di pomodori), per lolio doliva (meno 4 per cento), per le produzioni destinate alla trasformazione industriale (meno 18,9 per cento). In controtendenza frutta e agrumi, cresciuti del 2 per cento, e il vino che ha segnato un aumento dello 0,8 per cento.Invece, sul fronte zootecnico abbiamo diminuzioni per gli avicoli (meno 6 per cento), a causa soprattutto degli effetti provocati dallinfluenza aviaria, e per le consegne di latte (meno 1,3 per cento). Trend inverso per i bovini (più 0,3 per cento) e per i suini (più 2 per cento).La Cia, analizzando i singoli comparti, evidenzia che sulle contrazioni registrate dai cereali hanno influito su vari aspetti. A parte gli eventi climatici avversi che hanno colpito in particolare le regioni del Centro-Nord tagliando la produzione, ad incidere in maniera tangibile è stata la riforma della Politica agricola comune (Pac) e lintroduzione dellaiuto disaccoppiato che hanno provocato labbandono di alcune colture cerealicole.Per quanto concerne le colture industriali, la cui produzione era risultata in aumento nel 2005 in seguito allo sbocco delle bioenergie, si è avuto un calo soprattutto in seguito alla chiusura di molti zuccherifici e la conseguente riduzione della produzione di barbabietole. Il tutto determinato dallentrata in vigore della nuova Ocm zucchero.Nel rilevare che buone notizie giungono dalloccupazione cresciuta del 3,5 per cento, dopo tre anni di cali (meno 4,7 per cento nel 2003, meno 1,2 per cento nel 2004 e meno 8 per cento nel 2005), la Cia mette in risalto il dato negativo del valore aggiunto dellagricoltura che evidenzia la situazione estremamente precaria che attraversa il settore. Valore aggiunto che negli ultimi quattro anni è cresciuto soltanto nel 2004 (più 14,7 per cento), anno di ripresa dopo il crollo registrato nel 2003 (meno 5,3 per cento). Nel 2005 la flessione era stata del 2,7 per cento.Da questi dati risulta, quindi, che lagricoltura è il solo settore che non registra, nel corso del 2006, una crescita che, invece, si evidenzia, anche se non a ritmi sostenuti, per lintera economia nazionale che dovrebbe mettere a segno un aumento tra l1,5 e il 2,5 per cento.Il 2006 e il 2005, dunque, passano alla storia come gli anni più difficili per lagricoltura italiana dellultimo decennio. Due anni che hanno bruciato i positivi risultati ottenuti nel corso del 2004. E questo -avverte la Cia- dimostra che il settore non riesce a venire fuori dal tunnel della crisi. Le imprese agricole continuano ad essere alle prese con problemi sempre più opprimenti, a cominciare dalla crescita dei costi e dalla stagnazione dei prezzi praticati sui campi che hanno determinato un nuovo pesante taglio ai redditi dei produttori, appunto meno 4,2 per cento.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Annata agraria 2006: calano produzione, valore aggiunto, redditi e investimenti

CasertaNews è in caricamento