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Inflazione: i campi frenano i prezzi, ma al dettaglio e' sempre rialzo e i consumi alimentari calano

(Roma) Anche nel 2006 lapporto dellagricoltura al contenimento dellinflazione è stato determinante. I prezzi praticati sui campi hanno avuto un calo tra l1,5 e il 2 per cento rispetto al 2005. Contributo che sarebbe stato maggiore se tutta la...

(Roma) Anche nel 2006 lapporto dellagricoltura al contenimento dellinflazione è stato determinante. I prezzi praticati sui campi hanno avuto un calo tra l1,5 e il 2 per cento rispetto al 2005. Contributo che sarebbe stato maggiore se tutta la filiera agroalimentare avesse mantenuto lo stesso trend decrescente. Cosa che, tuttavia, non si è verificata, visto che i prodotti alimentari, pur non registrando i vistosi rincari del 2004 e del 2005, hanno segnato nel corso dellanno appena trascorso un rialzo del 2,7 per cento, superiore alla crescita media del 2,1 per cento. E quanto rileva la Cia-Confederazione italiana agricoltori a commento dei dati Istat relativi al mese di dicembre scorso.La Cia mette in evidenza che ancora una volta si è confermata la forbice molto netta tra i prezzi allorigine e quelli praticati al consumo. Dai campi alla tavola si sono avuti anche incrementi di venti volte. E questo mette in risalto tutte le inefficienze e i comportamenti speculativi della filiera, specialmente nel comparto dellortofrutta. Nel corso del 2006 -segnala la Cia- gli aumenti maggiori dei prezzi al dettaglio sono stati registrati dalla frutta (più 6 per cento), dagli ortaggi (più 5 per cento), dalla carne bovina (più 4,5 per cento), dal latte e i suoi derivati (più 1,5 per cento); mentre cali si sono avuti per il vino (meno 5 per cento), per la carne avicola (meno 3 per cento) e per il pane e i prodotti di panetteria (meno 2 per cento).Gli aumenti al dettaglio dei prodotti alimentari -sottolinea ancora la Cia- hanno così frenato anche durante il 2006 i consumi alimentari che, nel complesso, sono diminuiti dell1,2 per cento, con una spesa di oltre 133 miliardi di euro, pari a circa al 20 per cento dei consumi totali delle famiglie italiane.In particolare, sono scesi -afferma la Cia- i consumi di prodotti ortofrutticoli (meno 7,5 per cento), di carni (meno 5,5 per cento quelle avicole, meno 0,4 per cento quelle suine e meno 0,3 per cento quelle bovine), di salumi (meno 1,8 per cento), di pane e pasta (meno 2,5 per cento).Diametralmente opposto landamento dei prezzi agricoli alla produzione. La Cia fa notare che nel 2005 il calo era stato del 3,5 per cento. Trend che è proseguito anche nel corso di questanno, anche se con diminuzioni meno accentuate, che, tuttavia, confermano il contributo deflattivo da parte degli agricoltori, nonostante vivano un momento di grande difficoltà alle prese con una persistente crisi strutturale. Lapporto calmieratore dellagricoltura è, quindi, una costante che ormai si riscontra in maniera evidente negli ultimi quattro anni.

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