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Lunedì, 29 Aprile 2024

'Mercato libero' della droga: accertate 350 vendite. Tra gli indagati anche percettori Rdc | VIDEO

I carabinieri hanno arrestato 8 persone: si rifornivano a Caivano per rivendere lo stupefacente nel casertano

Sono oltre 350 gli episodi di spaccio di droga acclarati dall'indagine dei carabinieri di Maddaloni che hanno arrestato 8 persone per detenzione finalizzata alla vendita di sostanze stupefacenti. 

Erano veri e propri liberi "venditori" quelli finiti nella rete dei militari dell'Arma maddalonese, guidata dal capitano Massimo Esposito, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli 8 indagati (7 in carcere e 1 ai domiciliari). Tra i coinvolti anche il figlio di un ras del clan Belforte ristretto al 41 bis. 

Le indagini, condotte tra aprile e novembre del 2020, quindi subito dopo il lockdown, hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo di soggetti che "in proprio" si sarebbero approvvigionati di sostanze stupefacenti del tipo hashish, cocaina, crack e marijuana, acquistate nell’hinterland napoletano, nella zona di Caivano, e che avrebbero poi venduto tra Maddaloni e comuni limitrofi. Liberi professionisti della droga che si conoscevano tra loro per 'motivi di colleganza' e che non si pestavano i piedi tra loro. Anzi, dalle intercettazioni emergono anche 'consigli' che si sarebbero dati l'un l'altro.

I carabinieri hanno anche ricostruito le modalità con cui avveniva lo spaccio. Una vendita itinerante che si allungava in qualche caso a chilometri di distanza. Nel corso delle attività di monitoraggio è stato accertato un episodio di cessione di droga addirittura avvenuto a Mondragone. Nel corso delle indagini sono state segnalate alla Prefettura 18 persone trovate in possesso di droga; sequestrati ingenti quantitativi di cocaina, hashish, marijuana e crack; accertati 350 episodi di spaccio; arrestato un pusher in flagranza di reato.

Sotto chiave anche beni ritenuti di provenienza illecita, cioè i soldi fatti vendendo droga. Nel caso del pusher più "attivo" del gruppo il sequestro è arrivato a raggiungere la somma di oltre 8mila euro, mentre in altri casi le somme sequestrate si aggirano tra le poche centinaia di euro ed i duemila euro. Tra gli indagati, infine, figurano percettori del reddito di cittadinanza, che sono stati segnalati per la revoca della misura a sostegno. Altri indagati, invece, in questi due anni avrebbero cambiato vita, iniziando a lavorare nel commercio o nel settore delle assicurazioni.

Tra i difensori impegnati a difesa degli indagati sono impegnati gli avvocati Nicola Musone e Francesco Liguori.  

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