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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il solito Capuano: “Dovevamo fare 12 gol alla Casertana”

Dal tecnico anche parole d’amore: “Caserta sempre nel mio cuore”

Non smentisce il suo atteggiamento istrionico Eziolino Capuano al termine della partita di Coppa Italia tra Sambenedettese e Casertana. Lo show durante la gara che gli ha causato l’allontanamento dalla panchina è proseguito in sala stampa dove il vulcanico allenatore salernitano ha raccontato la partita vista dalla sua ottica.

“Non mi spiego i motivi dell’espulsione – esordisce Capuano – avevo dato un calcio ad una bottiglietta d’acqua. Non so cosa abbia visto o sentito l’assistente. Comunque questo è il male minore. Piuttosto è grave il fatto che abbiamo perso una partita che meritavamo di vincere ampiamente. So che il calcio è anche questo, ma non posso nascondere che durante i tempi regolamentari c’eravamo solo noi in campo ed abbiamo creato almeno 10-12 palle gol che non siamo riusciti a sfruttare”.

Che la sua Samb abbia creato buone occasioni da rete è innegabile ma va riconosciuto che dall’altra parte la Casertana non è stata certo a guardare ed ha ribattuto colpo su colpo. Il risultato non è bugiardo perché  i falchetti hanno dimostrato di crederci di più. Anche il gol subito dalla Casertana è da attribuire ad un infortunio del portiere come capitato a Pegorin ma di certo D’Angelo non ne ha fatto un dramma. Solo che Capuano non fa parlare chi cerca di portare il ragionamento in direzione opposta al suo pensiero. D’altra parte il microfono lo ha lui e devi alzare i decibel per farti ascoltare. Meglio lasciargli i suoi rammarichi della serata e parlare dei suoi trascorsi a Caserta…

“Caserta e la Casertana le porto sempre nel cuore – dichiara il tecnico – Sono stato su questa panchina due volte ed anche se per pochissimo tempo posso ascrivermi il merito di aver costruito in entrambe le occasioni due squadre importanti. Nel 2003, dopo aver lasciato l’incarico suggerii di affidare la panchina a Tudisco e poi a Nuccio Barone in qualità di play-manager”.

In effetti è vero. Capuano, anche dopo la partita con la Sangiuseppese in Coppa, spesso il giovedì era sugli spalti del Pinto per assistere ai test infrasettimanali dei falchetti.

“Con Lombardi sapete bene come è andata. Sono stato esonerato perché volevo far giocare Caturano e qualche altro calciatore ma dalla dirigenza mi arrivavano continui divieti. L’anno scorso avevamo concordato un nuovo ritorno, ma purtroppo l’Arezzo non mi volle liberare e non se ne fece niente”.

Dall’altro lato un più mite Luca D’Angelo si gode la serata con meno ‘fragore’ ma porta a casa una buona prestazione, la qualificazione agli ottavi e soprattutto la consapevolezza di poter contare su elementi – specialmente i più giovani – che potrebbero d’ora in poi avere maggiore spazio nello scacchiere rossoblù. Le prestazioni di Cigliano, Forte e soprattutto Santoro – al debutto assoluto in una gara ufficiale – fanno ben sperare per il futuro. Ma la vera forza è nel fatto che molto spesso – anzi quasi sempre – chi lavora duramente e ‘in silenzio’ raccoglie molti più risultati rispetto a chi ‘sbraita’ per le ingiustizie riservategli dalla sorte.

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