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“Il no ai neomelodici è politico, la censura non ci piace”. L’ex sindaco nel mirino dei Foja | VIDEO

Il gruppo folk-rock napoletano in concerto a Caserta interviene sulla polemica che coinvolge l'ex primo cittadino di Castel Volturno

Nel Parco Maria Carolina a Caserta ultima esibizione italiana dei Foja, gruppo folk rock partenopeo prima della loro avventura artistica in Canada. Con tre album realizzati ('Na storia nova, Dimane torna o' sole, O' treno che va) ed il riconoscimento di registi come Incerti e Rak che li hanno scelti come colonne sonore delle loro pellicole, non ultimo il riconoscimento per la "Gatta Cenerentola” premiato alla 74eseima edizione della Mostra del Cinema di Venezia con la soundtrack 'A chi appartieni’, Dario Sansone (voce e chitarra), Giovanni Schiattarella (batteria) e Luigi Scialdone (cori, chitarra e mandolino) in un'intervista ironica e schietta hanno affidato i loro pensieri sull'orgoglio partenopeo, da difendere e sdoganare e le forti emozioni in vista del tour oltreoceano. 

“Non è la prima volta che veniamo a Caserta ma, può sembrare una banalità, è sempre un piacere. Anche perché le possibilità di suonare in posti così si riducono”, spiega Dario Sansone. 

Luigi Scialdone parla invece del tour canadese: “Ci prendiamo questa pausa dai concerti in Italia ed avremo modo di portare la musica folk rock partenopea oltre i confini Europei”. “Ed anche un pò di calore”, aggiunge Sansone. 

Un brand partenopeo d'esportazione in continua crescita che non risparmia le sue considerazioni sulla polemica promossa dall'ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo verso i cantanti neomelidici. “A mio avviso questo va al di là dell'aspetto musicale - sostiene Schiattarella - è pura politica. Se a lui non piace questo genere musicale sono sue opinioni personali, non le può usare per imporre la sua idea”. “Non si può usare un potere politico per imporre la propria volontà”. conviene Scialdone. 

“In generale censurare le arti non è un modus operandi che ci piace, così come veicolare messaggi negativi”, sostiene quindi Sansone. “La giusta mediazione - prosegue la voce dei Foja - è  capire che c'è un tipo di musica che rappresenta il popolo nella sua sincerità, anche negli aspetti che possono sembrare oscuri e negativi. Non ha senso mettere un tappeto sopra la musica e l'arte in generale, così per partito preso”. 

Sull'emozioni legate all'imminente partenza per il territorio canadese Schiattarella è ironico: “Sono felice perché politicamente c'è più libertà e ci fanno suonare”. Scialdone rileva invece che “molte persone saranno incuriosite da ciò che facciamo, ciò che suoniamo e l'energia che trasmettiamo al di là delle parole. Questa è davvero la cosa interessante cioè capire quanto la musica riesca a comunicare in sé non solo con le parole”. 

“Al di là dei codici e dei linguaggi - sottolinea Sansone - ci piace il fatto che andiamo in Canada a cantare in napoletano le nostre canzoni così come già accaduto in giro per l'Europa o negli Stati Uniti. È sempre un piacere scoprire nuovi mondi e riportare a casa un pò di esperienza e fare un rapporto su ciò che piace oppure no. Migliorare noi e ciò che ci circonda e le cose sono reciproche da un punto di vista artistico”. 

Una visione oltre confine che i Foja esprimono appieno nei loro testi fatti di viscerale autenticità per i sentimenti più semplici e l'amore di una terra, la Campania, figlia e madre di molti, troppo spesso martoriata o sottovalutata.

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