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Pd Caserta, pronta ad esplodere la nuova guerra tra correnti

Tresca attacca il segretario dimissionario per difendere De Michele dopo l'esclusione della lista alle Provinciali. Si lavora al ricorso al Tar per salvare la faccia. Ma ormai è iniziata la battaglia per i posizionamenti in vista delle elezioni regionali del prossimo anno.

Una tensione tira l'altra nel Partito democratico di Caserta dove gli intenti di "unità" sembrano ormai essere andati persi tra le aspirazioni personali, le diffidenze storiche che esistono tra i quadri dirigenti del partito e le riflessioni in atto dopo la scissione di Matteo Renzi che ha dato vita ad un nuovo partito (Italia Viva) che, seppur in sordina, sta già attirando un po' di Democrat (e non solo).

Una situazione non facile da gestire, anche perché manca chi la dovrebbe gestire. Da ormai una settimana abbondante il segretario provinciale Emiddio Cimmino ha presentato le sue dimissioni, ma la riunione in cui dovrebbe discutersi se accettarle o meno è stata già rinviata due volte (il nuovo appuntamento è fissato per mercoledì prossimo). Un rinvio che servirà, in realtà, per tentare di costruire nuove alleanze e cercare strade alternative. Ma di unità, oggi, appare difficile parlare. Anche perché stanno iniziando i posizionamenti in vista delle Regionali 2020, coi consiglieri regionali Stefano Graziano e Gennaro Oliviero che, alla vigilia di una sfida che potrebbe essere fratricida, difficilmente lasceranno spazio nel partito ad altri.

In questo bailamme si inserisce anche il 'casus belli' delle elezioni provinciali, con la lista 'Democratici per Terra di Lavoro' presentata da Franco De Michele che è stata ricusata per errori nella modulistica. Una caduta che ha fatto rumore nel Pd, soprattutto nelle chat di WhatsApp dove c'è chi ha puntato il dito contro il vice sindaco di Caserta De Michele, alla ricerca di un colpevole per la brutta figura fatta. Ma la contromossa non si è fatta attendere: e l'ha firmata il segretario del Pd di Caserta città Enrico Tresca, che, su Facebook, ha cercato di spostare l'attenzione (e le colpe) sul segretario provinciale (dimissionario) per cercare di salvare il suo 'amico' casertano. Con la speranza, forse, di intestarsi una battaglia che possa portare lo stesso Tresca alla successione di Cimmino. 

Ma in realtà il segretario provinciale dimissionario di colpe ne ha davvero poche, se non quelle di aver avallato la composizione di due liste (senza simboli e con poca identità, in un momento caldo della politica italiana) per dare libero 'sfogo' a Gennaro Oliviero e Nicola Caputo, da un lato, Graziano, Pina Picierno e Camilla Sgambato, dall'altro, senza un minimo di coordinamento ed organizzazione. 

Il tentativo di Tresca di spostare l'attenzione, però, ha subito provocato la reazione "degli altri", anche di chi è rimasto fuori dalla partita, come Luigi Munno, ex sindaco di Macerata, che ha fatto notare come gli errori sono stati commessi anche da esponenti della corrente di Tresca (De Michele, appunto) e che il loro gruppo era "completamente" nella partita (avendo candidato il consigliere di Caserta Matteo Donisi).

L'ultima carta, quella per tentare di salvare almeno la faccia, ora la si giocherà al Tar Campania. E' stato dato già mandato ad un avvocato di presentare ricorso contro la ricusazione della lista 'Democratici per Terra di Lavoro'. Ma questo, in relatà, interessa poco nel Pd. Dove ormai l'attenzione è già verso altro. Le Regionali 2020 si avvicinano e rischiano di lasciare tanti feriti a terra.
 

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