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Idrico, saltano le elezioni dopo aver speso soldi per il ricorso in tribunale

Nessuna lista presentata: l'elezione di Magliocca ha fatto saltare i piani

Verrebbe da ridere se non fosse che, tanto per cambiare, sono stati spesi soldi pubblici. E’ quello che è accaduto al Consorzio Idrico Terra di Lavoro che il prossimo 6 novembre sarebbe dovuto andare al voto per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione guidato da cinque anni da Pasquale Di Biasio (Pd).

Per "costringere" il presidente dell’assemblea Giancarlo L’Arco a convocare le elezioni, cinque sindaci di Pd e Moderati (Antonello Velardi di Marcianise, Annamaria Dell’Aprovitola di Carinaro, Virgilio Pacifico di Mondragone, Anacleto Colombiano di San Marcellino e Gaetano Tessitore di Francolise) avevano presentato un ricorso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, spendendo anche i soldi per l’avvocato (quasi 10mila euro totali).

Peccato che, dopo aver vinto la battaglia in tribunale ed aver ottenuto la convocazione dell’assemblea dei soci per l’elezione, nessuno ha presentato la lista dei candidati. La politica ha deciso di frenare (dopo aver speso soldi pubblici) perché non ci sarebbero stati i numeri per riuscire a garantire l’elezione.

Molto avrà pesato anche la sconfitta di Carlo Marino (Pd) alle elezioni provinciali (l’Ente è socio del Consorzio), che costringerà molto probabilmente il centrosinistra a dover scendere a patti col centrodestra di Giorgio Magliocca e Gianpiero Zinzi per riuscire a far quadrare il cerchio. Un altro patto bipartisan: chissà cosa ne penserà il commissario provinciale del Pd Franco Mirabelli...

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