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Sindaco sfiduciato, i 'dissidenti' all'attacco: "Azione amministrativa di Velardi fallimentare"

Acconcia, Buonanno, Frattolillo, Galantuomo e Laurenza allo scoperto dopo aver mandato a casa il sindaco

Un documento per spiegare le motivazioni della loro scelta, che ha portato alla sfiducia dell’ormai ex sindaco di Marcianise. A due giorni dal consiglio comunale che ha sancito la fine dell’amministrazione Velardi, i ‘dissidenti’ Tommaso Acconcia, Luciano Buonanno, Telia Frattolillo, Enzo Galantuomo e Gennaro Laurenza hanno pubblicamente reso noto le motivazioni che li hanno spinti a votare la sfiducia all’ex sindaco, anche per rispondere a “cose fantasiose sulla vicenda, che sarebbero risibili se non riguardassero la dignità delle persone e quella della intera città”. 

Alla base c’è un giudizio netto sull’amministrazione, “da circa un anno era in preda ad una profonda crisi politico-amministrativa” che "ha provocato danni incalcolabili sul piano economico finanziario e sulla corretta erogazione dei servizi ai cittadini”.

IL DOCUMENTO. Il giorno dopo il Consiglio Comunale che ha deliberato la conclusione dell’amministrazione comunale del sindaco Velardi, leggiamo cose fantasiose sulla vicenda, che sarebbero risibili se non riguardassero la dignità delle persone e quella della intera città. Premettiamo che il deplorevole atto di sparare fuochi artificiali, appena dopo il voto della mozione in consiglio comunale, è stato già da noi condannato nell’immediatezza del fatto. Ma siamo anche sicuri che nessuna delle forze politiche e dei gruppi presenti in Consiglio comunale è responsabile di quell’atto. E’ l’ora, questa, di confutare le narrazioni fantasiose che ci hanno accompagnato negli ultimi anni e, con serietà, dire le cose come stanno. Oggi cominciamo a raccontare come siamo arrivati alla mozione e cosa è successo in consiglio comunale la sera del quattordici ottobre scorso. 

L’amministrazione comunale di Marcianise da circa un anno era in preda ad una profonda crisi politico-amministrativa e vani si sono rivelati, nel tempo, i tentativi di far cambiare verso ad un’azione amministrativa fallimentare. Considerati i danni che la città stava subendo; constatata la cecità del sindaco e la sua pervicace volontà di continuare a governare con un metodo intimidatorio. Velardi aveva sempre ragione e tutti quelli che non si piegavano alle sue imposizioni venivano definiti camorristi, ladri, affaristi, uomini adusi al malaffare ecc.. Eri d’accordo con Velardi? appartenevi alla parte migliore della città; Velardi veniva contraddetto? eri un camorrista, un poco di buono, amico dei camorristi. L’utilizzazione di questo metodo intimidatorio nel confronto politico è inaccettabile! 

Ma c’era di più. Una incapacità amministrativa, quella dell’esecutivo Velardi, mai vista prima in questa città, che ha provocato danni incalcolabili sul piano economico finanziario e sulla corretta erogazione dei servizi ai cittadini. Le poche cose realizzate, sono state molto spalmate lungo i tre anni di demagogica narrazione e continuano a essere il cavallo di battaglia di chi non ha nient’altro da raccontare. Dopo mesi di incontri, battaglie e tentativi di dare una svolta all'attività amministrativa, l’unica soluzione ormai praticabile era quella di chiudere l’esperienza nata nel 2016. Una esperienza nata con il contributo fondamentale di tantissimi cittadini ma anche dei sottoscritti.

In questa città tutti i Sindaci che furono sfiduciati subirono l’onta della raccolta delle dimissioni dei consiglieri, nottetempo, presso lo studio di qualche notaio. Questa volta, e per la prima volta nella storia delle amministrazioni della nostra città, i consiglieri comunali hanno voluto istituzionalizzare la crisi, presentando una mozione al Consiglio comunale. La Mozione è un documento politico e amministrativo che deve essere discusso in Consiglio comunale e poi votato. In essa sono riportate le tesi di chi ritiene sbagliata l’azione amministrativa. Nel dibattito, quelle tesi possono essere confutate dal Sindaco o da chi le ritiene sbagliate. 

La Mozione presentata qualche settimana fa, e messa a disposizione del sindaco e di chiunque la volesse leggere, è un’analisi dei fallimenti amministrativi dell’esecutivo Velardi basata sul delta, enorme, tra quanto scritto nel Programma presentato agli elettori nel 2016 e quanto, dopo tre anni, effettivamente realizzato.

Il sindaco non si è presentato in Consiglio comunale, per difendere il suo operato, per convincere il massimo Organo democratico della città che la sua è stata una buona amministrazione. Il sindaco, in quel consiglio comunale, è stato assente, per disprezzo di quella Istituzione, come più volte ha dimostrato, ma, soprattutto, per la impossibilità di controdedurre alle tesi della Mozione. 

Quella Mozione è stata votata all'unanimità dei presenti, più della maggioranza assoluta del consiglio comunale, ed è diventato atto ufficiale del comune di Marcianise. Una delibera che tutti i cittadini, oggi e in futuro, potranno leggere. Nessuna imboscata, nessun complotto è stato ordito. Ma un dibattito in un Consiglio comunale che, infine, ha votato democraticamente e responsabilmente per la chiusura di un’esperienza amministrativa fallimentare. 

Chi continua a drammatizzare i fuochi artificiali, che qualche imbecille ha voluto sparare l’altra sera in piazza, è in malafede o, probabilmente, non ha letto la Mozione o, meglio, la Delibera di Consiglio comunale che ha sancito la fine dell’amministrazione Velardi.

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