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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica Macerata Campania

Nove consiglieri si dimettono: il sindaco va a casa dopo due anni e mezzo

Finisce in anticipo il secondo mandato di Stefano Cioffi. Divisioni in maggioranza decisive

Finisce dopo due anni e mezzo il mandato bis di Stefano Cioffi quale sindaco di Macerata Campania. Nove consiglieri comunali hanno protocollato le dimissioni contestuali dalla carica ponendo così fine all'amministrazione. 

Hanno protocollato le dimissioni l'ex vicesindaco Giovanni Battista Di Matteo, Antonio Stellato, Carmela Natale, Pasquale Nacca, Fabio Cipro, Girolamo Stellato, Antonietta Nacca, Ilaria Frailis e Annalisa Rossano. Una frattura tra il sindaco ed alcuni componenti della maggioranza divenuta insanabile in seguito al rimpasto di giunta dello scorso marzo e che ha portato alla fine anticipata dell'amministrazione. 

La nota dei dimissionari

"E' stata resa nota la decisione assunta di sfiduciare l’ex sindaco per consentire ai cittadini di avvalersi di nuove elezioni. Tale scelta è stata presa dai consiglieri in piena libertà e con piena consapevolezza e responsabilità. Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo assistito, frustrati, all’assoluta impossibilità di definire una soluzione allo stallo amministrativo e politico, nonché all’impossibilità di individuare un programma di priorità nell’interesse esclusivo della cittadinanza. È mancato il criterio “democratico”, proprio delle amministrazioni comunali, nonché la trasparenza nell’assumere decisioni importanti per la collettività rispetto al mandato elettorale ricevuto. Ogni riunione di maggioranza si è quasi sempre caratterizzata dall’assenza di un confronto sereno e costruttivo, dove l’ex sindaco ha sempre alimentato divisioni cercando di porre l’uno contro l’altro, nella vana gloria di poter così primeggiare su ogni decisione. Riteniamo che l’efficacia dell’azione di una “squadra” amministrativa si basi non sulla ripartizione degli assessorati e/o deleghe tra i consiglieri, ma piuttosto sulla condivisione delle decisioni da assumere per individuare le soluzioni più adeguate ai problemi quotidiani che attanagliano il nostro paese e, non di meno, sulla visione chiara dello sviluppo futuro del nostro territorio. La coscienza di ognuno di noi ci ha spinto, senza considerare alcun interesse personale ma solo l’interesse esclusivo dei cittadini, a sciogliere il mandato amministrativo ricevuto all'epoca delle elezioni e risolvere il mandato “politico” conferito all’ex sindaco attraverso la sfiducia. In questi due anni e mezzo abbiamo assistito a scelte assunte "unilateralmente" dall’ex sindaco e imposte a noi, e ad altri consiglieri di maggioranza, per niente condivise nel merito e mai accettate ma piuttosto subite.

Il metodo della “presunta” urgenza utilizzato dall’ex sindaco ha di fatto soffocato ogni tentativo di dialogo tra i consiglieri e con lo stesso ex sindaco. Caro ex sindaco, in una normale amministrazione, seguendo lo spirito della squadra, le scelte, soprattutto quelle del “sindaco”, vanno discusse in modo democratico e vanno ascoltate tutte le istanze anche quelle “scomode” e quelle “non gradite” dell’opposizione nell’interesse esclusivo dei cittadini.

Al di là della normale manutenzione, volendo utilizzare un linguaggio più consono e appropriato al nostro ex sindaco - tecnico, il nostro paese ha potuto solo osservare l’avanzata e lo sviluppo dei comuni limitrofi; siamo stati costretti ad assistere, nella piena ed assoluta indifferenza, al passaggio delle opportunità di investimento e di crescita offerte anche dalla politica provinciale (di cui l’ex sindaco era consigliere) e regionale (governato dal partito dell’ex sindaco). L’alternativa alla nostra scelta sarebbe stata presenziare, con rassegnazione e frustrazione personale e politica per altri due anni e mezzo, ad una monotona, deleteria ed inutile attività pseudo - amministrativa a guida esclusiva dell’ex sindaco.

La totale incapacità dell’ex sindaco di assumere una posizione leale con i consiglieri comunali è stata una costante di questi due anni e mezzo, ed in particolare nelle discussioni (rare) aventi ad oggetto temi delicati e di interesse della collettività, tra cui, a titolo di esemplificativo e non esaustivo:

1.    Questione scuola elementare di Caturano. Il tema chiusura poteva e doveva essere affrontato diversamente, in quanto l’ex Sindaco “padrone” ha disposto la chiusura ed il trasferimento degli arredi alla scuola Media, senza confrontarsi in riunione di maggioranza, ma soprattutto senza alcuna certezza sulla data di inizio dei lavori, perché non era stata nemmeno avviata la gara d’appalto!!! Un amministratore deve avere senso di responsabilità e deve usare la massima accortezza, soprattutto quando da una decisione ne derivi un disagio per i cittadini.

2.    Questione campo sportivo. La divisione dei lavori in due lotti è stata un suicidio. Ma il suicidio perfetto è stato partire prima con il lotto che prevedeva il rifacimento del manto erboso e poi con il lotto del rifacimento della pista di atletica. Risultato? Il rifacimento del manto erboso è stato velocemente realizzato ed è iniziato a crescere a metri di altezza, mentre con la gara della pista di atletica l’ufficio si è affossato. Ex Sindaco “padrone”, famoso per il tuo vittimismo, con chi ti sei confrontato nel prendere queste scelte scellerate?

3.    Questione marciapiede via Albana. Riflettendo, c’è stata una decisione presa in riunione di maggioranza, ovvero la realizzazione del marciapiede lungo via Albana, atteso che nel 2023 non è concepibile che uno scolaro di Caturano che voglia raggiungere la scuola media rischi di essere investito. Ebbene, senza conoscere il motivo, l’Ufficio non ha mai dato corso all’affidamento dei lavori, senza mai dare spiegazioni, nonostante abbiamo più volte sollecitato chiarimenti.

Ovviamente le questioni da affrontare sono ancora molte e su cui possiamo certificare con dispiacere la totale assenza di una visione e confronto dell’ex Sindaco nell’individuare e proporre una soluzione, come ad esempio la questione strade, questione cimitero, questione rete idrica; questione bocciodromo; questione piano urbanistico comunale; questione lottizzazioni urbanistiche; questione zona industriale; questione strade rurali; questione decoro urbano; questione tributi; questione carenza del personale comunale".

I dimissionari a Macerata

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