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Flora Beneduce: 'Il mio progetto per una Campania Possibile'

Napoli - Una vita in corsia, spesa per aiutare gli altri e per contribuire al progresso scientifico. La dottoressa Flora Beneduce è una donna, una mamma, una professionista. Primario di medicina interna degli Ospedali riuniti della Penisola...

Una vita in corsia, spesa per aiutare gli altri e per contribuire al progresso scientifico. La dottoressa Flora Beneduce è una donna, una mamma, una professionista. Primario di medicina interna degli Ospedali riuniti della Penisola Sorrentina, specialista in Diabetologia, componente della Commissione Nazionale designata dal ministero della Salute per definire le linee guida per la malattia diabetica, ora ha un altro obiettivo da realizzare. Vuole essere tra gli autori della svolta storica che sottrarrà al malgoverno bassoliniano la Regione Campania. Un sogno, un'idea, un progetto da realizzare. Partendo dal basso, ascoltando la gente, interfacciandosi con la società civile. Flora Beneduce entra ogni giorno a contatto con centinaia di persone, ne raccoglie il malcontento e diventa interprete delle esigenze più cogenti. Da qui la volontà di costituire l'associazione regionale "Campania Insieme per la Libertà" e l'attività di promozione e animazione dei cinquanta circoli del Buon Governo di Napoli e provincia da lei coordinati.
Lei è una donna impegnato su diversi fronti. Come mai ha deciso di impegnarsi in un percorso politico?Io sono una rappresentante della società civile e non mi sento rappresentata da questa amministrazione regionale che ha depauperato il territorio, che ha mostrato disprezzo per il patrimonio umano e culturale, che ha accettato la connivenza con il sistema camorra, che ha distribuito consulenze d'oro con i soldi di noi contribuenti, che ha portato al commissariamento della Sanità.

Dal suo tono concitato traspare indignazione. Crede che sia un sentimento comune per i cittadini campani?
Ne sono certa. Il mio lavoro mi porta a contatto con tantissime persone. Sono esasperate. Mentre il governo Berlusconi sta risollevando il Paese dalla crisi, la Campania rimane affossata nei suoi atavici problemi. Per fortuna è intervenuto il premier per risolvere il problema della spazzatura. Senza il suo impegno, oggi forse non saremmo qui. Invece i campani hanno risposto alle sollecitazioni, le campagne per la differenziazioni non sono rimaste inascoltate e l'emergenza è più che rientrata.Ma di emergenze ce ne sono ancora tante .

Da dove iniziare? Dalla sanità, dalla fuga di cervelli, dalla disoccupazione, dall'economia parallela generata dal lavoro nero? È per questo che bisogna scendere in campo, lottare, credere che un futuro possibile c'è.

Qual è questo futuro possibile?
È quello di una Campania che può permettersi di offrire prospettive ai propri giovani. Una Campania in cui i servizi pubblici siano efficienti. Una Campania in cui la Sanità, ormai allo sbando, funzioni. Una Campania che impari a sfruttare le potenzialità delle sue bellezze paesaggistiche e che sappia valorizzare i beni culturali, spesso abbandonati a se stessi. Una Campania che sappia autopromuovere se stessa e i propri ottimi prodotti tipici.

Dalle sue parole emerge l'attenzione che rivolge ai giovani. Da dove nasce la sua preoccupazione?
Ho due figli, conosco i loro amici, mi stanno a cuore i loro problemi. Il primo è quello del disorientamento rispetto al domani. Spesso la volontà di migliorarsi si raffredda davanti a un sistema universitario che non ha sbocchi lavorativi. E così si parte, si abbandonano gli affetti, si lasciano i luoghi che li hanno visti crescere. Dobbiamo restituire la Campania ai nostri ragazzi.

Parla spesso anche di sanità. Che soluzioni potrebbero prospettarsi?
La Sanità è al limite del collasso. Lo sperimento ogni giorno. La mia quotidianità in camice mi porta a contatto con situazioni che sfiorano il paradosso. Il motivo? In primis la mancanza di personale e attrezzature. Ci sono, poi, tante concause, che sarebbe veramente difficile elencare. Io credo che bisognerebbe formare professionisti competenti, potenziare le risorse, dotare gli ospedali di strumentazioni moderne, razionalizzare le spese ed evitare gli sprechi.

Parliamo di turismo. Quali sono le difficoltà che vive la Campania?
Le strutture ricettive, quelli ristorative e gli esercizi commerciali non riescono a fare sistema. Inoltre, la Regione non sa promuovere la propria immagine. Penso che queste siano le maggiori difficoltà del comparto. Bisogna rilanciare la nostra tradizione di accoglienza e dobbiamo chiedere agli operatori del settore di continuare ad investire, per migliorare i servizi e mettersi in rete, tra loro e con gli agli operatori del territorio.I programmi del Pdl sono assolutamente compatibili con le sue proposte. Crede che la collaborazione potrà essere proficua?
Ne sono sicura. Il Popolo della Libertà sa ascoltare il popolo, non è fuorviato dalla lente distorta di una stampa che rappresenta un mondo irreale, è presente sul territorio e ne conosce i problemi. Io sono convinta che i dirigenti regionali continueranno a lavorare per realizzare la nostra "Campania possibile".

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