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Il Presidente Fusco lascia lUdeur per il PD

Piedimonte Matese - In una lettera inviata agli organi di stampa, il Presidente del Consiglio Generale della Comunità Montana del Matese Prof. Marco Fusco, spiega i motivi che lo hanno spinto a lasciare l’UDEUR del guardasigilli Mastella per...

In una lettera inviata agli organi di stampa, il Presidente del Consiglio Generale della Comunità Montana del Matese Prof. Marco Fusco, spiega i motivi che lo hanno spinto a lasciare l’UDEUR del guardasigilli Mastella per approdare al nascente Partito Democratico ribadendo che si deve riorganizzare la speranza….Questa la “missione” del Partito Democratico nel Matese. “Guardo con particolare interesse a quanto sta accadendo in tutta Italia col nascendo Partito Democratico. Fino ad oggi non ho avuto tessere di partito, in attesa che sbocciasse qualcosa di veramente “nuovo”. Ringrazio gli amici Antonio Montoro e Gianluigi Santillo per avermi consentito di “parcheggiare”, da indipendente, in questa lunga attesa, nell’Udeur. Della situazione politico – amministrativa che è sotto i nostri occhi, e che è per noi e per i più pensosi una storia infinita di delusioni cocenti, è meglio non parlare. Sarebbe come rimestare inutilmente uno stagno d’acque putride con l’unico risultato di ricavarne mortifere esalazioni. Ovunque ti volgi vedi sfacelo, ovunque dirigi le attese trovi delusione, ovunque riponi legittime aspettative e dovuti riscontri vedi e constati silenzio e disinteresse, dovunque aspetti risultati anche piccoli subisci smacchi cocenti, ovunque chiedi un minimo di serietà e di impegno scorgi il nulla. Parliamo allora a noi stessi, e a chi ci segue, in positivo e proponiamoci di “riorganizzare la speranza”. Sì, la speranza, almeno, nessuno dovrebbe rubarcela. Quella che gli antichi definivano come “ultima dea” resta davvero per noi tutti l’estrema spiaggia di questo Matese, continente di delusioni e di inadempienze colossali che abbiamo davanti. Allora proponiamo due piste per questa riorganizzazione della speranza su cui possiamo ritrovarci facilmente tutti. La prima: non cedere alla tentazione della fuga. A qualche amico ho dovuto dirlo quasi imperiosamente: se i migliori lasciano il campo, la piazza è libera per gli scorrazzamenti degli eversori o, peggio, per il sollazzo degli operatori del nulla. Stringere i denti, turarsi il naso, magari, ma restare, se non altro perché lo sporco non s’allarghi a invadere tutti gli spazi disponibili. La seconda pista: potenziare in se stessi, con la riflessione e con un’azione capillare conseguente, la convinzione che i valori autentici e la loro forza di imporsi finiranno col prevalere. E’ il recupero della ragione, da cui scaturiscono le ragioni per ben operare. Tale recupero è la prima risposta ad una eclissi di razionalità che spaventa ancora di più dell’abbandono dell’assoluto e della fede. Questo recupero di razionalità, nutrita di riflessione, di silenzio tonificante, è operazione preliminare ad ogni autentica risalita personale e sociale. E se cominciassimo col ridare lustro di serietà, di profondità, di moralità alle Istituzioni che immeritatamente rappresentiamo?
E’ questa la strada della rinascita da tutti auspicata non solo per il nostro Matese, ma per la nostra patria, per il mondo intero in un’ora quanto mai difficile della storia. Alla “risurrezione” del nostro territorio intendiamo dare il nostro fattivo contributo, ciascuno al suo posto, senza inutili piagnistei, ma chiamando a raccolta tutte le nostre risorse spirituali, culturali, di inventiva, di creatività, di genialità, di tradizionale saggezza e intraprendenza. Risorse che hanno lasciato segni indelebili nella nostra storia e sul nostro suolo e che la nostra terra, seconda a nessuno, ostenta con legittimo orgoglio e ammirazione di tutti.
La volontà di cambiamento che incarna il nascente Partito Democratico sorge, appunto, da questa avvertita esigenza di rimettersi in cammino con nuovo slancio, con nuova chiarezza di idee e, soprattutto, con la volontà di recuperare quei valori e quei propositi che si ritenevano perduti. Del resto, come affermava il grande Salvemini, “ la chiarezza è l’integrità morale della mente”. Penso che sia in atto una grande rivoluzione culturale. I fallimenti nella gestione dei fondi europei- si pensi all’Ente Parco del Matese- che oggi lamentiamo mi pare siano imputabili, oltre che allo scadimento morale dei soggetti, anche ad un certo vuoto culturale che io noto con apprensione grandissima. Si pensa poco, oggi, si studia ancor meno, non si approfondisce nulla. Non si alimentano grandi programmi, perché non sono agitate grandi idee. C’è una superficialità che spaventa. Si ripetono acriticamente enormi stupidaggini. Sono le idee che muovono la storia. Una politica senza idee è pragmatismo inconcludente. E ne stiamo vedendo le conseguenze. Urge, allora, inaugurare un nuovo corso. E’ questo, secondo me, il punto di partenza per l’avventura che è appena iniziata e che porterà, nel giro di un anno, alla nascita di un grande partito che abbia nella chiarezza delle idee, il suo punto di forza. Anche perché, “parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi”( Galileo Galiei, Opere IX,73).”

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