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Villani: 'Non ho da dare consigli allamico Mosella'

Salerno - Leggo su alcuni quotidiani la corrispondenza relativa alle polemiche di questi giorni che stanno infiammando, forse in modo eccessivo, gli animi di esponenti della Margherita, alle prese, lo riconosco, con una difficile transizione, sia...

Leggo su alcuni quotidiani la corrispondenza relativa alle polemiche di questi giorni che stanno infiammando, forse in modo eccessivo, gli animi di esponenti della Margherita, alle prese, lo riconosco, con una difficile transizione, sia culturale che generazionale.In particolare, sono stato colpito dal tono utilizzato dal Coordinamento regionale. Si direbbe, quasi, che il linguaggio utilizzato rappresenti l’indizio di un rancore che rasenta la diffamazione.
Non ho da dare consigli all’amico Mosella, oggetto in prima persona di tanta risentita velenosità. Ma, oltre che a supportarlo con la mia solidarietà, invito a far proprio il suo ragionamento: la Campania oggi è un laboratorio dove si confrontano con energia due visioni alternative della politica.Poiché un filo di ironia non guasta mai, e con l’intento di abbassare un po’ i toni, consentitemi di far mia la metafora della saga di guerre stellari: da una parte è schierato l’esercito dell’imperatore, una sorta di autocrazia in servizio permanente effettivo, ma con tanti secoli di anzianità sulle spalle. Dall’altra, i giovani monaci della democrazia, che hanno dalla loro la forza della visione e dell’entusiasmo.Ecco, in Campania, mutatis mutandis, questo conflitto è ben visibile: lo si capisce dalla rabbia con cui il vecchio regime muove all’attacco di chi sta cercando di interpretare una novità la cui forza emerge dalla società civile. Brutta bestia la società civile: ha la tentazione di chiederci sempre conto della distanza che sta tra quello che avevamo promesso e quello che abbiamo realizzato. In questo caso, la società civile interroga gli uomini dell’imperatore, ops, i vertici del coordinamento regionale, chiedendo che cosa è stato da loro proposto e realizzato in questi anni di conduzione padronale del partito.Vorrei spiegarmi bene: conduzione padronale significa che gli spazi di dibattito e di approfondimento delle questioni vere (sanità, fondi europei, casa, ambiente, lavoro, rifiuti) si sono assottigliati, a causa dell’inerzia con cui sono stati gestiti. Inerzia inversamente proporzionale all’energia con cui, invece, si è continuato a gestire il proprio potere in quello che si considera, con tutta evidenza, il proprio feudo.Proprio a Salerno, su questo punto non ci facciamo dare lezioni da nessuno. Sta qui, con grande chiarezza, la forza di chi, con passione e trasparenza, ha lavorato per una proposta nuova. Che non può che significare cercare nuovi metodi. Non poteva sfuggire ad altri, se non ai queruli rappresentanti di questo coordinamento, che il presidente della provincia ha a suo tempo ritirato la candidatura da leader di partito a Salerno per fare quel passo indietro a gran voce richiesto. E subito realizzato con un nome nuovo al vertice del partito.Mi permette una annotazione a questo proposito? Io credo che la logica, come la giustizia, non può essere a ore alterne, un momento c’è, l’altro facciamo finta di no. Mi chiedo come mai Villani non fosse incompatibile per le stesse persone che lo indicarono come Presidente della Provincia e come Presidente della Margherita e oggi lo accusano di voler essere controllore e controllato. La questione, come la logica, è semplice: Villani non era incompatibile tre anni fa e non lo è oggi, ma oggi si è risvegliata quell’arroganza che fa dimenticare tutto e che vela gli occhi di chi parla accusando a casaccio.Insomma, a fare passi indietro, secondo quanto si legge dall’intervento dell’ineffabile coordinamento, dovrebbe essere soltanto una parte: l’altra, come appunto i soldatini dell’imperatore, non dovrebbe, invece, dar conto a nessuno.Noi siamo capaci di ironia ma non vorremmo passare per sciocchi.Infine, un suggerimento, lo stesso dato da Mosella: perché non chiedere alla magistratura ordinaria di far luce sui presunti brogli?
Sa, un sospetto io ce l’ho. I nostri amici del Coordinamento e soprattutto chi li consiglia, sta dimenticando che l’intelligenza è una piantina delicata. Va alimentata col buon senso, altrimenti arriva il parassita dell’arroganza e si porta via pianta, terra e vaso.
Un’ultima annotazione a proposito dell’epilogo: noi andiamo avanti per la nostra strada, non ci faremo certo intimidire e, anzi, ci alimenteremo a quel consenso popolare che sta crescendo. Come i congressi regolarmente celebrati dimostrano anche a chi non ci vuole stare.

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