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Venerdì, 19 Aprile 2024
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QSN: La logica della coerenza nelle scelte operative

Caserta - Il Quadro Strategico Nazionale, in piena coerenza con gli obiettivi prefissati, ha inteso sviluppare proposte operative, con l’intento di ricalcare quanto già avviato attraverso i finanziamenti 2000 – 2006, migliorandolo con procedure...

Il Quadro Strategico Nazionale, in piena coerenza con gli obiettivi prefissati, ha inteso sviluppare proposte operative, con l’intento di ricalcare quanto già avviato attraverso i finanziamenti 2000 – 2006, migliorandolo con procedure specifiche, più attente, con i nuovi fondi 2007 – 2013. Il principio di fondo rimane lo stesso: la sinergia tra enti, soggetti pubblici e privati nella definizione della pianificazione territoriale.

“Le proposte di intervento dei Comuni o di altri soggetti proponenti, infatti, - come si legge dallo stesso documento - dovranno essere corredate da studi di fattibilità realizzati avendo come riferimento le linee guida elaborate e inviate al Cipe - (Comitato interministeriale per la Programmazione Economica, ndr.) - , in seguito alla delibera 106/99”.
La programmazione operativa regionale, inoltre, valorizzerà i piani strategici vigenti o in via di elaborazione, come nel caso della città di Caserta e della Conurbazione Casertana, ricorrendo al coinvolgimento del partenariato locale, nella forma più ampia possibile ed allargata, nella definizione di strategie e priorità nonché di eventuali piani di intervento. Non solo, ma anche nella valutazione della rispondenza del processo di pianificazione strategica ai requisiti minimi di qualità e di avanzamento continuamene monitorato.
“La solidità del soggetto proponente (in relazione all’efficienza amministrativa, gestionale e finanziaria, al livello di delega politico-amministrativa ricevuta dal livello amministrativo responsabile) sarà, inoltre, valutata come elemento rilevante ai fini dell’ammissibilità e approvazione dei progetti integrati”.
I sistemi di selezione dovranno contribuire in modo decisivo al raggiungimento dell’obiettivo di concentrazione degli interventi nella dimensione territoriale della programmazione. L’apertura alla conoscenza e alle risorse esterne deve caratterizzare gli interventi, sin dalle fasi preliminari della definizione progettuale.
“Le programmazioni operative regionali indicheranno alle amministrazioni locali ipotesi e modalità c/o stabiliranno regole e incentivi adeguati perché queste coinvolgano, nelle fasi di identificazione e impostazione dei progetti e interventi, i soggetti con radicamento locale o altri portatori di interesse extra-locale”.
Elemento fondamentale è il rapporto che si instaura con le partnership di progetto e le iniziative di partenariato pubblico-privato per la mobilizzazione di risorse finanziarie e gestionali di operatori privati (anche del terzo settore), “concentrando l’attenzione non solo su schemi di finanza di progetto per opere con sufficienti margini di redditività finanziaria, ma anche concessioni (di costruzione e gestione, di bene pubblico di servizio pubblico locale), strumenti societari (società miste e STU), o schemi innovativi di urbanistica consensuale/perequativa, eventualmente rendendo disponibili risorse pubbliche non finanziarie di proprietà comunale o di altri enti”.
Le iniziative volte a promuovere il partenariato pubblico-privato dovranno essere valutate attraverso studi di fattibilità che ne articolino le ipotesi legali, socioeconomiche, tecnico-urbanistiche, finanziarie, gestionali e istituzionali. La programmazione operativa regionale potrà prevedere un ruolo di affiancamento, o, per meglio dire, di supporto per le amministrazioni locali, partendo dall’inizio, fin dalle fasi preliminari di progetto degli interventi, valorizzando le competenze di istituzioni esterne con expertise specifiche e riconosciute in tema di partenariato pubblico-privato (tra cui: organismi di interesse pubblico, autonomie funzionali e soggetti privati).
Il coinvolgimento attivo di attori esterni assume caratteristiche peculiari in territori, i cui progetti integrati potranno perseguire obiettivi sovra locali attraverso la connessione strategica e operativa alle reti interregionali, transnazionali e internazionali. A tal fine, l’impostazione e attuazione di progetti integrati interregionali dovranno essere sostenute da un’apposita riserva di premialità nazionale, da assegnare secondo criteri e processi di valutazione che valorizzino gli obiettivi di concentrazione, convergenza.
“Per assicurare un efficace coordinamento multilivello, la relazione tra governo centrale e regioni per ambiti strategici di intervento e di interesse nazionale avrà l’obiettivo di identificare i ‘territori del mutamento’ e le localizzazioni di programmi nazionali di infrastrutture che possano rappresentare un’effettiva economia esterna per i sistemi urbani e produttivi regionali e locali”.
“Le diagnosi di scenario su scala nazionale (ad esempio, il piano generale dei trasporti, la rete delle autostrade del mare) ed altri programmi per reti infrastrutturali delle agenzie nazionali (l’Ente Nazionale per le Strade, l’Anas, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, l’Enac, Autorità Portuali) potranno costituire la base analitica, programmatica e di pianificazione finanziaria”.
Le istituzioni regionali, di concerto con il sistema delle autonomie locali, saranno chiamate ad individuare e, pertanto, selezionare priorità e tempistica degli investimenti nelle città metropolitane e nei sistemi territoriali rilevanti, al fine di coordinarli con gli investimenti previsti dalle strategie e dalla programmazione nazionali.
“I processi di coordinamento – da cui emergerà la rispettiva compatibilità, complementarietà e sinergia di strategie e piani operativi – potranno formalizzarsi nell’ambito delle Intese Istituzionali di Programma”.

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