(Milano) «Avviso di garanzia infondato». Roberto Formigoni commenta così l'indagine avviata dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta sulla fondazione Maugeri. Il governatore è chiaro: «Mi indagano per corruzione ma non indicano nessun atto corruttivo. Non ho nulla da temere».
«Qual è l'atto corruttivo? Dov'è la corruzione? Io non l'ho trovata. Qui la corruzione la ghè minga». Formigoni parla nel corso di una conferenza stampa molto affollata in Regione Lombardia. Al suo fianco il vice presidente leghista Andrea Gibelli, e aggiunge: «Sono tranquillo, non ho proprio nulla da temere dopo la lettura degli atti». Si tratta «dei soliti episodi, che ho già definito falsi o non a me riferibili o gravemente alterati».
Il governatore parlerà con i magistrati «in un giorno compatibile con gli impegni di tutti. Avrò il piacere di spiegarmi senza il filtro della stampa». Lo stesso Formigoni ha spiegato che si era «offerto di parlare ai magistrati. Sono stati loro a non volermi sentire, perché avevano detto che non era necessario». Del resto – ha aggiunto a proposito del rapporto con la sanità privata – «visto che la legislazione nazionale non prende provvedimenti, abbiamo adottato una delibera in cui ci auto-attribuiamo una serie di poteri di controllo anche sulle fondazioni sanitarie e gli Irccs».
Poi spiega: «Da quando sono presidente della Regione Lombardia ho ricevuto enne avvisi garanzia e subìto 11 processi: sono stato assolto 11 volte. Se dovrò confrontarmi, andrò 12 a 0». Diverse, infatti, le inchieste avviate nel corso degli anni passati, ma dalle quali non è emerso alcun atto irregolare da parte del governatore e della Giunta lombarda: «Sono uscito senza condanna nei 17 anni di governo - chiosa -. La Procura non ha esitato a porre me e la mia Giunta sotto un esame quotidiano, microscopico e anche notturno, da cui siamo sempre usciti puliti».
Alle parole di Formigoni si uniscono quelle degli alleati di governo: non ci sono elementi nuovi per il vicepresidente Gibelli della Lega Nord. La posizione della Lega Nord, dunque, non cambia, fedele alle verità e non alle verosimiglianze.