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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Inchiesta Dda, indagati anche l'avvocato Foglia e il consigliere comunale Amoroso

Marcianise - Nell'inchiesta che ha portato in carcere 16 persone tra cui tre poliziotti, ci sono anche quattro indagati a piede libero. Il gip ha respinto, infatti, la richiesta di arresti domiciliari per l'avvocato penalista Giuseppe Foglia e...

Nell'inchiesta che ha portato in carcere 16 persone tra cui tre poliziotti, ci sono anche quattro indagati a piede libero. Il gip ha respinto, infatti, la richiesta di arresti domiciliari per l'avvocato penalista Giuseppe Foglia e per il consigliere comunale di Marcianise e sottufficiale dell'Esercito, Paride Amoroso. Per entrambi, il giudice non ha riscontrato le esigenze cautelari, tuttavia ha riconosciuto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza; sono quindi entrambi indagati, Foglia per abuso d'ufficio perché avrebbe chiesto ad uno dei poliziotti di dirottare al suo studio tutte le persone che arrestava, Amoroso perché avrebbe chiesto allo stesso agente di accedere agli archivi della polizia per recuperare delle informazioni su un suo amico che doveva partecipare ad un concorso pubblico.
Ecco come si giustifica Amoroso in una nota stampa diffusa ieri: "Questa mattina (ieri ndr), come di consueto, mi sono collegato ad internet per informarmi sui vari siti casertani delle novità della "notte" ed ho scorto la mia foto sotto i titoli cubitali che annunciavano un'operazione di Polizia che ha portato all'arresto di 16 persone. Mentre mi interrogavo su cosa c'entrasse la mia figura in tale contesto, leggendo velocemente l'articolo, sono arrivato nel punto in cui c'era il mio nome, al quale era associata la notizia che risultavo indagato per aver chiesto ad un appartenente alla Polizia di Stato (arrestato) notizie in merito a eventuali precedenti penali di una persona. Non credendo ai miei occhi ho letto una, due, tre, quattro volte l'articolo ed ho capito che per il sistema giudiziario italiano risultavo un indagato. Costernato, avvilito in preda ad un misto di risentimenti, presumo immaginabili, sono rimasto basito e privo di forze. Il mio nome accostato ad un sistema di malaffare, ad un inchiesta per traffico di droga, indagato per aver chiesto ad un poliziotto informazioni su eventuali precedenti di una persona. All'incredulità mista ad una rabbia sempre più montante, ho telefonato al mio avvocato, il quale è rimasto anch'egli senza parole per tale notizia. La mia inquietudine è aumentata quando più tardi, l'avvocato mi ha telefonato dicendomi che anche lui non riusciva ad avere ulteriori notizie. Sono passate diverse ore e, a parte la rabbia che non riesce a sbollire, non ho altri elementi. Non voglio aggiungere altro, ma solo evidenziare, e chi mi conosce lo può ampiamente testimoniare, il mio impegno e la mia lotta a favore della legalità e del territorio di Marcianise. La magistratura, per la quale ho ed avrò sempre un profondo rispetto, farà il suo corso e sono certo che mi restituirà interamente la mia dignità".

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