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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Maestri alla Reggia: il regista Gabriele Muccino racconta la sua esperienza hollywoodiana

Caserta - Secondo appuntamento di “Maestri alla Reggia”, manifestazione promossa dalla rivista cinematografica “Ciak” e dalla Seconda Università di Napoli. Oggi (7 aprile) è stato il turno di Gabriele Muccino, regista che tra Hollywood e Cinecittà...

Secondo appuntamento di “Maestri alla Reggia”, manifestazione promossa dalla rivista cinematografica “Ciak” e dalla Seconda Università di Napoli. Oggi (7 aprile) è stato il turno di Gabriele Muccino, regista che tra Hollywood e Cinecittà è stato capace di portare il suo cinema anche oltre i confini del nostro paese. Nella meravigliosa cornice della Cappella Palatina, il regista romano ha raccontato alla folta platea presente uno squarcio della sua vita da regista, in maniera sentita e senza lesinare critiche allo stato della Settima Arte in Italia.

Andrea Morandi, giornalista di Ciak che ha affiancato il regista nell’intervista, ha aperto la serata chiedendogli del suo arrivo ad Hollywood, Muccino si è dimostrato ancora oggi emozionato da quel racconto ed, in un lungo aneddoto, ha rivelato come sia stato Will Smith a prodigarsi per la sua candidatura a regista per “La Ricerca della Felicità” e di come i produttori del film (Columbia, ndr) non erano affatto sicuri di affidargli la guida di un film da milioni di dollari: “Loro non credevano in me, io gli dissi che se avessero vinto con me avrebbero vinto due volte, ripensandoci era una ca**ata, ma funzionò!”.

In questo excursus storico sulla sua carriera ha voluto spiegare anche il suo rapporto con la musica, che caratterizza la vita di ogni uomo e quindi è presente nel suo cinema e nella costruzione stessa dei suoi film, confessando di pensare alla musica quando immagina le scene che scrive. Muccino ha anche dichiarato di non riuscire a vedere i suoi film, mania comune a molti registi, perché gli sembra di rivedersi ”sterilmente” allo specchio, in una versione di sé che non è quella attuale.

Il regista ha parlato anche della pellicola che l’ha fatto notare oltre i confini nostrani, parliamo di “L’Ultimo Bacio”, vincitore anche al “Sundance Film Festival”, kermesse del cinema indipendente americano. Muccino ha ricordato come sia stato quello il grande successo che gli ha cambiato totalmente la vita, portandolo sotto a luce dei riflettori, ma creandogli grande confusione dentro di sé che non ha superato facilmente. Sul sequel del film, “Baciami Ancora”, invece è sembrato quasi triste nel raccontare la storia, parlando di una ricerca di un’atmosfera piacevole, come nel primo film, fallita e di una grande competizione tra gli attori che, per sua ammissione, non ha giovato al prodotto finale: “Tutti volevano essere i protagonisti”.

In ultima istanza, quando gli è stato chiesto cosa mancasse al cinema italiano, Muccino ha confermato quanto detto all’inizio, cioè della mancanza nelle produzioni nel nostro paese di una capacità di promuovere il prodotto, che quindi porterebbe ad una non valorizzazione. La seconda critica l’ha rivolta agli esercenti delle sale cinematografiche italiane che, secondo lui, stanno perdendo la lotta con lo streaming perché incapaci di capire che l’unico modo per vincere è di migliorare il modo di vivere il cinema.

Muccino sembra credere in ciò che dice e sicuramente sembra amare ciò che fa: “Il cinema mi serve per esistere”, confessando romanticamente il suo amore verso Fellini e Kubrick, capaci di essere: “al di sopra del cinema stesso”. Lo aspettiamo per il 2017 con “L’estate addosso”, film con protagonisti degli adolescenti alla scoperta del mondo. L’appuntamento alla Reggia con i signori del cinema italiano è al 20 aprile con Gianfranco Rosi.

Luigi Vincenzo Repola

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