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Cultura

Presentazione libro di Luigi Antonio Gambuti

San Giorgio La Molara - Verrà presentato a San Giorgio la Molara un importante lavoro del prof. Luigi Antonio Gambuti, la riedizione dell'opera "NICOLA CILETTI, racconto breve dell'uomo e dell'artista", Edizioni Realtà Sannita. Rispetto alla prima...

Verrà presentato a San Giorgio la Molara un importante lavoro del prof. Luigi Antonio Gambuti, la riedizione dell'opera "NICOLA CILETTI, racconto breve dell'uomo e dell'artista", Edizioni Realtà Sannita. Rispetto alla prima stesura del 1983. l'opera si presenta ulteriormente arricchita da pagine inedite - frutto di nuove ricerche e approfondimenti – e da uno splendido apparato iconografico.
La manifestazione avverrà nell'aula consiliare del Comune di San Giorgio la Molara, sabato 9 maggio 2009 alle ore 18,00 alla presenza dell'autore della pubblicazione. Interverranno: l'avv. Luigi Antonio Vella, sindaco di San Giorgio la Molara, la prof.ssa Imperia Ciletti, presidente dell'Associazione Archivio Nicola Ciletti, la dott.ssa Domenica Zanin, storico e saggista, il dott. Mario Pedicini, Provveditore agli Studi di Benevento, il dott. Carlo Falato, Assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione, il dott. Giovanni Fuccio, Presidente dell'Assostampa Sannita, l'arch. Massimiliano de Cesaris, la dott.ssa Leandra Modola, direttore della Biblioteca Parrocchiale "Don Fina". Moderatore degli interventi sarà il prof. Raffaele Raimondo, giornalista.
Il prof. Luigi Antonio Gambuti vanta un intenso e duraturo legame con S. Giorgio la Molara, dove iniziò la sua professione di direttore didattico negli anni sessanta ed entrò in contatto con l'opera di Nicola Ciletti (1883-1967), appassionandosi profondamente alla sua vicenda artistica, storica e umana.
Giornalista attivo da moltissimi anni, Gambuti ha pubblicato numerose opere tra le quali si ricordano "Memorie Sannite" (1996) e "Vaco alla terra" (2006), entrambe per le Edizioni Realtà Sannita.
Nel corso della sua lunga attività pubblicistica ha ricevuto numerosi premi letterari ed è stato insignito del Premio di Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L'introduzione del libro è del dott. Mario Pedicini, provveditore agli studi di Benevento, e la prima parte dell'opera è completata da alcuni importanti contributi: il sindaco di San Giorgio la Molara dott. Luigi Antonio Velia, l'assessore alla cultura della Provincia di Benevento ing. Carlo Palato e Giovanni Fuccio, Consigliere Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti.
La biografia di Luigi Antonio Gambuti costituisce da una lato un supporto fondamentale per chi vorrà dedicarsi a studiare e approfondire la complessa opera creativa di questo pittore, dall'altro una piacevole lettura, dallo stile vibrante, moderno e appassionato per chi invece ha solo la curiosità di incontrare la personalità di un artista, avendo l'occasione di "rivivere" in alcuni brani, l'atmosfera di una Napoli scomparsa impregnata ancora di quegli umori artistico – culturali che la fecero splendere.
L'autore prende spunto dai tanti preziosi documenti costituiti dalla stampa dell'epoca, attingendo da sue personali ricerche e dall'archivio raccolto dall'Associazione Archivio Nicola Ciletti, comprendente ad oggi oltre 500 articoli pubblicati su giornali e riviste riguardanti la vita e l'opera del pittore. Questo materiale costituisce un fondo specifico presso la Biblioteca Provinciale di Benevento a seguito della donazione effettuata dall'Associazione stessa nel 1997.
Ad esempio, Il Giornale D'Italia del 1909, riporta un interessante articolo, richiamato anche nell'opera del prof. Gambuti a pag, 22. Si tratta di un testo breve, ma è pur tuttavia un documento ricco di colore e fonte di notizie preziose, che si riferisce ad un periodo giovanile, in cui Ciletti aveva solo 25-26 anni.

Sotto il titolo "Nello studio di un'artista" , il cronista scrive sul numero del 22 marzo:
"Non è possibile venire a S. Giorgio la Molara , il paese ricco di ulivi ma purtroppo! Dimenticato da Dio e dagli uomini senza fare visita allo studio di un pittore che sebbene giovanissimo pure si è rivelato un artista di immenso valore il cui nome ormai è già circonfuso dell'aureola della gloria: Nicola Ciletti. L'illustre amico mio – ché io mi onoro della sua amicizia – ha nel suo studio civettuolo moltissimi quadri tra cui "La scelta delle mele", premiato alla mostra d'arte Internazionale di Torino del 1908; "Ultime medele", pittura veramente artistica dei costumi sangiorgesi; "Tramonto sulla neve", dalla linea sobria ed elegante; "In chiesa", ieratico e suggestivo e moltissimi altri. Ora il giovane artista attende a un lavoro fortissimo d'ambiente: "Il consuolo" . Il lavoro è destinato a grande successo".
Lo studio di cui si parla nell'articolo è la casa – studio di Ciletti, già a quel tempo punto d'incontro e di appassionati dibattiti culturali fra i vari artisti che lo frequentano, come Paolo Prisciandaro, Saverio Gatto, Francesco De Nicola, Nicolas De Corsi. Quest'ultimo vi soggiorna anche per brevi periodi. De Corsi stesso scriverà con infinita nostalgia di quegli anni in una lettera del 1942 indirizzata a Nicola Ciletti.
Dopo il periodo trascorso a New York (1911-1915), Ciletti appena tornato in Italia partecipa alla Esposizione Nazionale D'Arte di Napoli e allestisce una mostra a Milano alla Galleria D'Arte De Conciliis. Questa è la Presentazione contenuta nel catalogo:
"Una rivelazione lo giudicarono all'ultima Esposizione della Salvator Rosa a Napoli; un'affermazione possiamo noi oggi chiamare l'artista che continua l'ascesa fra il consenso unanime: l'artista di una mirabile facilità, dall'arte espressiva e personale. "I rimasti" è, ad esempio, quadro mirabile, commovente e di attualità: canto d'amore e di dolore. Opera grandiosa, colorita con sobrietà, animata da una verità suggestiva: quadro che definisce il pittore umano, profondo intenditore della vita a traverso l'arte".

Si susseguono molti interessanti avvenimenti d'arte ed è del 1917, ad esempio, un articolo di Michele Marotti apparso in Vita del Sannio del 31 gennaio:
" ed è con orgoglio poter annoverare tra i migliori Nicola Ciletti, figlio del Sannio. Questa mostra è stata una vera rivelazione, un vero trionfo. "L'ultima medela", quadro acquistato da S. Maestà il Re, prima ancora che fosse aperta l'esposizione, riesce immensamente suggestivo per la sua ardita concezione ; nel primo piano: è qui tutta la tragicità del quadro . L'ultima Medela fa dolorosamente ripensare allo stato di inciviltà delle nostre contrade e suona monito ai nostri governanti e dico 'nostri' in quanto il Ciletti si sente profondamente meridionale, ama le nostre contrade e per la redenzione di esse combatte le più belle battaglie. . Ciletti, ribelle nella vita e ribelle nell'arte, sfugge da ogni vieto manierismo, non cerca il facile applauso sfruttando la moda del giorno, ma sociologo e pensatore profondo, nelle sue opere manifesta e completa il suo pensiero politico, affrontando con coraggio eroico e con verismo impressionante i più gravi problemi sociali. Potrebbe ben definirsi lo Zola della pittura".
Nel 1919 Ciletti espone alla Floridiana a Napoli. Sua Maestà Vittorio Emanuele III acquista un altro quadro di Nicola Ciletti che ora è parte del patrimonio d'arte del Quirinale ed è stato recentemente pubblicato nella grande raccolta edita dalla Electa "La Quadreria e le sculture opere dell'Ottocento e del Novecento".
Con ritmo incalzante si susseguono le mostre e i clamorosi successi, tra cui molte personali alla Promotrice e al Circolo Artistico Politecnico, alla I Esposizione Biennale Nazionale della Città di Napoli, alla Fiorentina Primaverile a Firenze, alla Biennale di Venezia, ecc..
Tuttavia, nel 1932 Nicola Ciletti lascia Napoli. E' disposto a pagare il prezzo del suo passato e del suo presente e a rinunciare al meritato futuro per la libertà della sua arte e del suo pensiero insofferente all'Arte di Regime. Non parteciperà a nessuna Biennale, Triennale, Quadriennale Mostre Nazioni e Internazionali Ufficiali, dedicandosi solo a esposizioni personali, ma la stampa continuerà a seguirne la vicenda artistica con centinaia di articoli.
Tra le tante mostre, ricordiamo qui solo le ultime due a Roma, che riscuotono un grandissimo successo.
Nel 1958 le sue opere sono esposte al Palazzo delle Esposizioni. Fossani sul Corriere delle Nazioni del 23 aprile così commenta:
"Ciletti è anche un poeta, cioè un artista che si vale della sua capacità compositiva per meglio esprimere i suoi sentimenti. Indaga nel mondo che lo circonda per cogliere e farne oggetto di educazione morale, i momenti più culminanti della tensione umana.. La tavolozza di Ciletti è pulita, pura, brillante senza chiassosità. La pennellata è quasi sempre larga, densa, rapida e tutte le sue composizioni si appoggiano su una trama disegnativi salda e perfetta. Nelle composizioni di larghe dimensioni emerge la straordinaria capacità di far reggere i piani con armonico equilibrio. Questa è una mostra che interessa coloro che credono nel binomio: tecnica-poesia".
Nel 1961 Francesco Mennella lo ricorda su Il Mattino del 22 ottobre come "pittore gagliardo, anarchico e volterriano" e nel 1965 Bruno Morini così descrive su Il Giornale d'Italia del 3 marzo la sua ultima mostra alla Galleria San Marco di via del Babuino a Roma. Solo due anni dopo Ciletti scomparirà.
" Nello svelare la potenza di un tono, il fascino di un contrasto, la umile poesia o il dramma di un sentimento, d'un momento, egli rivela tuttora una magia che non ha, però, nulla da spartire con quella 'alchimistica' di tanti pittori d'oggi i quali al sentimento e alla poesia sostituiscono gli alambicchi delle formule. Come già avemmo occasione di scrivere quasi sette anni fa anche oggi invitiamo i pittori giovani – e quelli fra gli anziani che hanno più o meno volontariamente dimenticato il mestiere della pittura – a visitare questa personale di Ciletti e a sostare a lungo davanti ai quadri: sarà una rinfrescata rigeneratrice per non pochi di essi, e al tempo stesso una utile lezione."
Le parole di questo autorevole critico d'arte suggeriscono la cifra ed il temperamento dell'opera di Nicola Ciletti, la cui vitalità – a oltre quarant'anni dalla sua scomparsa - è tale da alimentare senza sosta l'interesse degli storici, tra i cui frutti si inserisce il fondamentale contributo del prof. Luigi Antonio Gambuti.
E' anche attraverso questi studi che si consolida la consapevolezza del primario ruolo che Nicola Ciletti occupa nel panorama dell'arte contemporanea.

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