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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cultura

La pelle di Curzio Malaparte al Teatro Mercadante

Napoli - Approda dove iniziò il percorso della sua prima messa in scena - al Teatro Mercadante di Napoli, dal 4 al 16 novembre prossimi – La pelle, il romanzo del 1949 di Curzio Malaparte, nell'adattamento e la regia di Marco Baliani.Uno...

Approda dove iniziò il percorso della sua prima messa in scena - al Teatro Mercadante di Napoli, dal 4 al 16 novembre prossimi – La pelle, il romanzo del 1949 di Curzio Malaparte, nell'adattamento e la regia di Marco Baliani.
Uno spettacolo atteso e di quelli da non perdere, che lo Stabile ha prodotto con il Teatro Metastasio di Prato – dove nel 1898 naque Curzio Malaparte, morto a Roma nel 1957 – e propone al grande pubblico di Napoli, la città che lo scrittore scelse per il suo affresco sull'orrore della guerra.
Seconda piéce del cartellone, La pelle è interpretato dallo stesso Baliani insieme a Elisa Cuppini, Alessandra Razzino, Maria Maglietta, Simone Martini, Guido Primicile Carafa, Michele Riondino, Giuseppe Sangiorgi, Caterina Simonelli e Marion D'Amburgo, che firma anche scene e costumi. Le luci sono di Roberto Innocenti e le musiche, ancora una volta, curate da Mirto Baliani.
"La seconda guerra mondiale – dichiara nelle note il regista – ha lasciato al suo passaggio un immenso deposito di rovine. In quegli anni è accaduto, nel pieno della nostra Europa e della nostra cultura, che milioni di esseri umani siano stati ridotti a oggetti, a cose, privati di identità e di anima. La Pelle racconta questo passaggio, scegliendo Napoli perché lì il ventre è più scoperchiato, il trucco non c'è più, il teatro è ormai a cielo aperto. Ma lo spettacolo non è sulla Napoli del dopoguerra. Lo spettacolo è sul nostro mondo, sul nostro oggi."
Per Curzio Malaparte La pelle è la nostra primaria difesa, la dimensione ferina e atavica che appartiene a tutti gli esseri umani. "Oggi – scrive nel romanzo Malaparte – si soffre e si fa soffrire, si uccide e si muore, si compiono cose meravigliose e cose orrende, non già per salvare la propria anima, ma per salvare la propria pelle. Si crede di lottare e di soffrire per la propria anima, ma in realtà si lotta e si soffre per la propria pelle. Tutto il resto non conta".
Lo spettacolo segue l'andamento per frammenti del libro, procedendo in una successione di quadri che ricorda il susseguirsi dei gironi infernali.

Formatosi nell'ambito dell'animazione teatrale e del teatro-ragazzi, Marco Baliani fonda nel 1975 il gruppo Ruotalibera insieme a Tiziana Luccattini e Maria Maglietta con cui produce fra l'altro Rosa e celeste (1983) e Oz (1986). Nel 1991 costituisce con Maria Maglietta (moglie e stretta collaboratrice del regista), la compagnia Trickster-Bricconi Divini. Due anni dopo realizza Piccoli Angeli (premio Stregagatto) in cui la poetica delle piccole cose s'intreccia con uno sguardo attento alla dolente marginalità dei vinti. A partire dal 1988 inizia lo studio e la pratica della narrazione orale, che lo vedrà attore-narratore di Storie (1989) e Kohlhaas da Kleist (1990). Seguono nel 1993 Frollo, e nel 1996 Tracce, sorta di conferenza narrativa sui temi dello stupore e dell'incantamento.
Un percorso che porta Baliani regista a sviluppare anche negli spettacoli collettivi – come Corvi di luna da Calvino (1989), Peer Gynt di Ibsen (1995), Migranti (1996), Gioventù senza Dio di Horváth (1997) – una dimensione epico-corale, frutto di un metodo centrato sull'ascolto reciproco, che privilegia non tanto l'interpretazione dell'attore, quanto il suo aderire all'esperienza creativa della mappa drammaturgica.Tra il 1996 e il 1998 Baliani realizza I porti del Mediterraneo, progetto triennale promosso dall'Eti, dove la conoscenza dei saperi formativi e delle pratiche della scena messe in campo col gruppo di attori dei paesi del mediterraneo coinvolti, portano a risultati sorprendenti.A una poetica della memoria e alle tematiche politiche e civili, appartengono lavori come Antigone delle città, Come gocce di una fiumana e Corpo di stato.

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