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Domenica, 28 Aprile 2024
Cultura

Tutta la vita davanti

(Cinema) Un'opera corale, una favola raccontata dalla voce narrante di Laura Morante, l'ultimo film di Paolo Virzì un vero e proprio grido di protesta. Uno sguardo sulla società contemporanea, denunciandone le ingiustizie e mettendo al centro di...

(Cinema) Un'opera corale, una favola raccontata dalla voce narrante di Laura Morante, l'ultimo film di Paolo Virzì un vero e proprio grido di protesta. Uno sguardo sulla società contemporanea, denunciandone le ingiustizie e mettendo al centro di ogni cosa il mondo e la realtà vissuti dai giovani. La storia di Marta (Isabella Ragonese), una ragazza siciliana, appena laureata con lode in filosofia, che si avventura nel difficoltoso mondo del lavoro. La ricerca è estenuante e difficoltosa, aprendo uno squarcio su una realtà angosciante fatta di capi ed aziende che non valutano in nessun modo la preparazione di Marta, al contrario la ragazza si vede chiudere in faccia ogni porta, qualsiasi possibilità di mettere a frutto la sua laurea. Non le resta che lavorare come baby sitter per una ragazza disagiata, Sonia (Una sorprendente Micaela Ramazzotti), che conduce una vita di stenti, trascurando la figlia e dedicando il suo tempo al lavoro in un call center. Proprio attraverso questa ragazza Marta inizia a lavorare nel call center di un'azienda, la Multiple, che vende uno strano strumento per depurare l'acqua. Un luogo basato su regole assurde, dove si crea un mondo parallelo, dove chi non ottiene risultati diventa un fallito, e viene deriso da tutti. Una realtà surreale che racchiude il mondo dei giovani precari, che si sentono schiacciati da un sistema chiuso, dove si incitano i ragazzi ad ottenere risultati attraverso premi, riconoscimenti plateali, tutto diventa esasperato, quasi a testimoniare l'invasione della realtà televisiva nella nostra vita quotidiana. Daniela, (Sabrina Ferilli), il capo del call center, incita le ragazze, inizia il lavoro attraverso una coreografia quasi da veline, e inviando a tutte degli sms esaltanti. La sua follia sembra avvolgere l'intero film, donandogli un carattere quasi horror, sfiorando le logiche di un thriller. Sullo sfondo la figura di uno strano sindacalista, interpretato da Valerio Mastandrea, che in realtà risulta una figura irrilevante, sembra non aver alcun poter di cambiare lo stato delle cose. Il regista toscano prende spunto dal libro della blogger sarda Michela Murgia 'Il mondo deve sapere', e racconta con una vena comica, ironica ma anche fortemente malinconica la realtà vissuta dai giovani del nostro paese. I personaggi sono profondi, complessi, con una storia che pesa sulle loro spalle, ma che caratterizza tutti attraverso una forte intensità emotiva. Gli occhi di Marta osservano tutto con distacco, persino la morte della madre viene trasformata, mutata attraverso il suo forte desiderio onirico. Un'opera di forte denuncia, uno spaccato amaro del nostro paese, che denota un'epoca di forte emergenza, la violenza con cui si distruggono i sogni e il desiderio di espressione della vera materia creativa che può derivare solo dai giovani. Nonostante l'amarezza del reale Virzì non toglie a Marta l'opportunità di aggrapparsi ai suoi sogni, anzi nel suo distacco dal quotidiano in qualche modo Marta trova la sua salvezza. E forse nella realtà contemporanea ogni giovane che appartiene a questa generazione precaria, dovrebbe avere la possibilità di creare un luogo, un angolo del nostro tempo dove esiste ancora la possibilità di espressione, dove domina la meritocrazia, e dove la creatività si impone come una risorsa e non come un problema da emarginare, o allontanare.

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