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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Al via restauro dipinti chiesa di S. Maria a Mare

Maiori - La Soprintendenza Bappsae di Salerno e Avellino ha sempre mostrato interesse alla chiesa di S. Maria a Mare di Maiori (SA) ed oggi, grazie all'Istituto per il Restauro "Maria Teresa Caiazzo" Ente Morale, e l'ufficio tecnico Diocesano di...

La Soprintendenza Bappsae di Salerno e Avellino ha sempre mostrato interesse alla chiesa di S. Maria a Mare di Maiori (SA) ed oggi, grazie all'Istituto per il Restauro "Maria Teresa Caiazzo" Ente Morale, e l'ufficio tecnico Diocesano di Cava dei Tirreni, che ha proposto la sponsorizzazione del restauro, vede realizzare un intervento di restauro indispensabile per la conservazione e la fruizione delle interessanti opere pittoriche (nove tele dipinte del XVIII sec).
Il comitato scientifico del restauro è composto dal Soprintendente Giuseppe Zampino, dal funzionario di zona dott.ssa Pasqualina Sabino, della restauratrice Orsola Angela Carletti progettista, direttore tecnico e docente di tecnica di restauro dell'Istituto "Maria Teresa Caiazzo" e dell'assistente Rosanna Trotta.
La chiesa di S. Maria a Mare, costruita nel XII secolo, ma largamente rimaneggiata tra il Settecento e l'Ottocento, presenta una facciata settecentesca su cui si aprono tre porte, di cui la centrale ha valve di bronzo ed è sormontata da una lunetta. L'interno, a tre navate divise da pilastri rivestiti di marmi, con un ricco soffitto a cassettoni dorati del 1529, opera dell'artista napoletano Alessandro Fulco, conserva opere di notevole pregio, tra cui un monumentale organo a canne opera del maestro Zeno Fedeli da Foligno, tele di pittori maioresi del '500 di Giovanni D'Amato e dell'800 di Gaetano Capone e, sull'altare maggiore, la statua policroma di Santa Maria a Mare. Scolpita in cedro del Libano, dovrebbe trattarsi di una delle poche immagini sacre scampate alla furia iconoclasta dell'imperatore bizantino Leone I Saurico (VIII secolo). Trafugata da Costantinopoli ad opera di mercanti cristiani, venne ritrovata sulla spiaggia di Maiori nel 1200, dopo essere stata probabilmente gettata in acqua da una nave in balia di una tempesta. Per via del miracoloso ritrovamento la Madonnina venne detta Santa Maria "a Mare" ricevendo, da subito, devozione ed affetto da parte della popolazione che, ancora oggi, la festeggiano la terza domenica di novembre.

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