Lussuria, Seduzione e tradimento

Dopo il premio Oscar per il film I Segreti di Brokeback Mountain, il regista Ang Lee torna con il suo ultimo lavoro. Leone d’Oro alla 64a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e Premio Osella per la Miglior Fotografia a Rodrigo Prieto, Lussuria si afferma come un’opera complessa e affascinante. Un thriller psicologico, denso di tematiche interessanti, la politica, la denuncia, i sentimenti, la passione per una causa, tutto raccolto in un’opera avvincente, caratterizzata da una regia del dettaglio. Il regista coglie i particolari, racconta le emozioni attraverso gli occhi, le mani dei protagonisti. Tratto da un racconto della scrittrice cinese Eileen Chang, la storia di una passione devastante, che vive e si evolve in un contesto di morte e distruzione come quello della Seconda Guerra Mondiale. Una Shangai ridotta alla povertà, sotto l’occupazione giapponese, difesa dalla Resistenza di gruppi che non si arrendono all’occupazione e alla schiavitù della loro popolazione. Proprio in questo contesto una ragazza timida, Wong Chia Chi (Tang Wei), entra a far parte di una Compagnia teatrale diretta da uno studente, Kuang Yu Min (Wang Leehom), che vuole far riemergere lo spirito patriottico della sua terra. Proprio in questo contesto di creatività nasce e si sviluppa l’idea di vendetta di questo gruppo di giovani ai danni di un uomo molto potente, che collabora con i giapponesi, il signor Yee (l’attore Tony Leung noto per essere la musa del grande regista Wong Kar Wai). E’ in questo momento che si complica tutto perché la giovane Wong Chia Chi deve interpretare il ruolo più complesso e pericoloso per collaborare alla morte dell’uomo, quello di diventare sua amante. Diventerà la signora Mak, una donna trascurata dal marito, che coltiva l’amicizia della moglie del Signor Yee, trascorrendo intere giornate a giocare a Mahjong.
Inizia un gioco perverso di finzione, dove emerge sempre con più forza il carattere della signora Mak, che coinvolge il Signor Yee in un gioco di sguardi e seduzione. La donna è convinta di poter controllare gli eventi e di poter dominare i sentimenti e il gioco di passione che condivide con il Signor Yee. Il regista racconta in maniera emblematica la solitudine di un uomo di potere, costretto a non lasciarsi mai andare per timore di essere tradito, costretto a difendere la sua posizione sacrificando la sua stessa vita e le sue emozioni. Ogni istante che vivono insieme è un modo per perdere un po’ di difese, per abbandonare i timori e per scoprirsi inevitabilmente fragili di fronte alla forza della passione. La signora Mak comincia a perdere di vista il suo obiettivo, mentre i suoi amici e il movimento della resistenza continuano a seguirla e ad aspettare il momento giusto per ammazzare l’uomo. La macchina da presa scende nella profondità dei sentimenti, i dettagli dei corpi e della passione che infiamma, si incrocia con la povertà del popolo cinese, con la fila per raccogliere il riso, con i cadaveri che vengono raccolti lungo le strade di Shangai. Il coinvolgimento per chi osserva è totale, lo scopo iniziale perde i contorni, messo in ombra dalla forza di questi due corpi che si fondono, che dominano lo schermo, che lasciano senza fiato e senza possibilità di giudizio. La forza emotiva della narrazione si fonde totalmente con la carica espressiva delle immagini, il dominio degli sguardi, dei colori, della bellezza delle immagini, toglie spazio alla parola. Ancora una volta il regista Ang Lee riesce a scavare nell’animo umano, e a mettere in scena la complessità e il fascino della passione umana, nei suoi molteplici aspetti, quando diventa desiderio, senso di giustizia, ma soprattutto unione emblematica di due corpi.