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50 anni Centro Addestramento Paracadutismo Esercito

Caserta - Cinquant’anni e non dimostrarli. Tanti sono gli anni che sono trascorsi dalla costituzione nel 1957 dell’attuale CAPAR (Centro di Addestramento di Paracadutismo) dell’Esercito Italiano a Pisa. Dopo la guerra, nel 1947, i reduci delle...

Cinquant’anni e non dimostrarli. Tanti sono gli anni che sono trascorsi dalla costituzione nel 1957 dell’attuale CAPAR (Centro di Addestramento di Paracadutismo) dell’Esercito Italiano a Pisa. Dopo la guerra, nel 1947, i reduci delle Divisioni della FOLGORE furono riuniti nel Centro di Paracadutismo a Roma che nel 1950 venne trasferito a Viterbo. Il 16 giugno 1957, il Centro venne trasferito a PISA poiché la città era anche sede della 46^ brigata aerea, l’unica brigata dell’Aeronautica dotata di aerei da trasporto e da lancio. “Per un Ufficiale Paracadutista, comandare il Centro Addestramento Paracadutismo di Pisa” – ha affermato il Colonnello Luigi LUPINI nel corso della festa di sabato scorso – “l’ente preposto alla formazione del personale delle Forze Armate, nazionali e straniere, destinato ad acquisire il Brevetto Italiano di Paracadutista Militare, è un ambito traguardo, esserne il Comandante in occasione di una ricorrenza così importante come il Cinquantesimo Anniversario dell’arrivo dei paracadutisti nella città di Pisa. La storia di questi 50 anni è ricca di eventi che al di la di sporadici episodi emersi in fase di ambientamento, generati da intemperanze giovanili, testimoniano l’armonico e collaborativo rapporto tra l’Istituto e le Istituzioni della città, tra i paracadutisti e la popolazione. Rapporto che, con il passare del tempo” – ha tenuto a sottolineare il Colonnello Lupini – “si è sempre di più consolidato seguendo il percorso ideale che è alla base della civile convivenza. Un percorso che passando attraverso il rispetto, la conoscenza, la fiducia, la stima e sovente la leale amicizia, ha permesso lo scambio di idee e di capacità professionali che hanno germogliato iniziative e progetti in diversi ambiti come nella protezione civile, nella solidarietà sociale e nello sport giovanile. Con la riforma dell’ Esercito tra di noi sono arrivate anche le paracadutiste, i militari non svolgono più un servizio militare “mordi e fuggi” – ha proseguito l’alto Ufficiale – “ora sono dei volontari, professionisti, e permangono in caserma ed in città per periodi più lunghi, spesso si creano la famiglia, sempre si integrano con i cittadini residenti e condividono con loro la vita sociale di questa magnifica città. Mai come ora sentiamo vicine le istituzioni locali, e auspico una collaborazione sempre più stretta, anche in considerazione che le difficoltà economiche che caratterizzano questo periodo storico, possono essere affrontate e superate con minor disagio operando insieme e mettendo a disposizione di obbiettivi di comune interesse, capacità e risorse”.

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