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Sunshine

(Cinema) Dopo aver raccontato il mondo della tossicodipendenza con Traispotting il regista Danny Boyle firma un’altra opera con la sua genialità, Sunshine. Il protagonista questa volta è il sole, che diventa il centro di ogni riflessione, la...

(Cinema) Dopo aver raccontato il mondo della tossicodipendenza con Traispotting il regista Danny Boyle firma un’altra opera con la sua genialità, Sunshine. Il protagonista questa volta è il sole, che diventa il centro di ogni riflessione, la rappresentazione apocalittica del destino umano. Siamo nel 2057 e l’Icarus II una nave spaziale, inizia una missione nello spazio per riaccendere la stella più importante. Con un ordigno nucleare l’equipaggio deve ridar vita al sole, per evitare l’estinzione del genere umano. Comandato da colui che rappresenta l’eroe, Capa ( Cillian Murphy), che affronterà l’intero viaggio con determinazione e che non potrà mai abbandonarsi alla sua debolezza in quanto il prescelto, colui che deve salvare l’intera umanità. Film di fantascienza, uno spettacolo per gli occhi attraverso la rappresentazione della luce, che acceca, che illumina, riscalda, rigenera, ma a volte distrugge inesorabilmente. Alla spettacolarità delle immagini si unisce la complessità dello script, un thriller psicologico, che mette in scena la fragilità, la sensibilità, ma anche la violenza dell’essere umano, che solo nello spazio lotta per la sua sopravvivenza. I sentimenti forti di amore, amicizia, angoscia che vivono gli astronauti, diventa il filo sottile che lega tutti ma che conduce sempre alla vittoria della loro missione su ogni sentimento. La scoperta di un'altra missione compiuta sette anni prima dall’Icarus I getterà tutti nel panico, farà emergere sensazioni forti, tutto può essere sacrificato, anche la vita degli altri, quando è in gioco la propria vita e quella dell’intera umanità. La claustrofobia dell’ambiente si mescola alla catastrofe della narrazione, morte, sangue, tradimenti, eventi che si susseguono senza concedere un attimo di tregua. La complessità della narrazione si fonde con la notevole elaborazione tecnica della pellicola, data dalle scenografie di Mark Tildesley, ispirate a sottomarini nucleari e trivellazioni petrolifere. I generi si incrociano, si contaminano, fino poi a sfiorare nell’unicità del linguaggio che caratterizza le opere di Boyle. La forza evocativa delle immagini, la sensazione di contatto con lo spazio e con Dio, trasportano lo spettatore in un meraviglioso spettacolo onirico. Nonostante la debolezza in alcuni punti dello script, in cui si esplicitano troppo alcuni concetti che potevano anche rimanere coperti dallo spettacolo visivo. Ma non si può non riconoscere a questo regista una straordinaria capacità espressiva, una notevole sensibilità visiva che rende l’intera opera capace di un totale coinvolgimento emotivo e visivo.

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