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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Storie del signor Keuner di Ando' e Moni Ovadia

Napoli - Andrà in scena mercoledì 10, con repliche fino a domenica 21 gennaio, lo spettacolo firmato da Roberto Andò e Moni Ovadia, Le storie del signor Keuner di Bertolt Brecht, nella traduzione di Roberto Menin, prodotto da Nuova Scena/Arena del...

Andrà in scena mercoledì 10, con repliche fino a domenica 21 gennaio, lo spettacolo firmato da Roberto Andò e Moni Ovadia, Le storie del signor Keuner di Bertolt Brecht, nella traduzione di Roberto Menin, prodotto da Nuova Scena/Arena del Sole, Teatro Stabile Bologna, Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Mittelfest 2006.

In scena, accanto a Moni Ovadia, interpreti di diversa provenienza: la cantante argentina di origine ebraica est europea Lee Colbert, il polacco Roman Siwulak (per vent’anni a fianco di Tadeusz Kantor), l’ucraino Maxim Shamkov, Ivo Bucciarelli e, naturalmente, gli otto musicisti-attori della Moni Ovadia Stage Orchestra che, con questa produzione, compie i suoi quindici anni di attività.
Sono Luca Garlaschelli (contrabbasso), Janos Hasur (violino), Massimo Marcer (tromba), Albert Mihai (fisarmonica), Vincenzo Pasquariello (pianoforte), Paolo Rocca (clarinetto), Marian Ŝerban (cymbalon), Emilio Vallorani (flauti/percussioni).

Nell’anno del cinquantesimo anniversario della morte di Bertolt Brecht, i registi Roberto Andò e Moni Ovadia, con il sottotitolo un’esposizione post-morale scelgono Le storie del signor Keuner, raccolta di parabole e di racconti, in parte ancora inediti in Italia, per l’occasione tradotta da Roberto Menin.
Con le Storie del signor Keuner Brecht lascia i temi della lotta di classe e della politica tout court, e indaga la condizione dell’uomo smarrito, esule in un’epoca in cui avanza la perdita del senso e dei valori. Quello di Keuner è infatti un Brecht della domanda, non della risposta; un Brecht dello smarrimento. Per questo qualche critico ha notato uno sconfinamento del K di Bertolt Brecht nei territori del K di Franz Kafka: a differenza del Brecht epico e didascalico, quello di Keuner è un Brecht che traccia, come ha scritto Roland Barthes, una poetica della lucidità, della problematicità, a noi più vicino e interamente da scoprire perché del tutto inedito.

Lo spettacolo è una fuga visionaria sul caos del novecento. La messinscena è immaginata come un’istallazione, «una mise en scene in forma di esposizione – dichiara Moni Ovadia - di reperti “d’arte”, alla maniera scomposta di certe esposizioni del nostro tempo dominato dalla virtualità, in cui i frammenti di realtà sono confinati in un esilio senza speranza… Il sottotitolo “un’esposizione post-morale”, indica un catalogo di citazioni e di pensieri più che di comportamenti e di gesti, di musiche, di danze, di intellighenzie». Il repertorio musicale scelto da Moni Ovadia è composto da «frammenti di memoria musicale del novecento». «Il nostro Keuner - dice Roberto Andò - non è narrativo in senso tradizionale. Non ci sono fatti narrati: è un transitare lungo paesaggi della storia attraverso delle voci e attraverso un percorso che Moni in scena evoca a partire dalla lezione di Brecht».
«Frammenti, citazioni, spostamenti - continua Ovadia - e un linguaggio inestricabilmente legato alla società in cui viviamo: l’idea della lettura, della dichiarazione, dell’intervista. Questo il concetto centrale, la chiave per entrare in un teatro politico civile dell’oggi».
I testi del signor Keuner nello spettacolo ci vengono restituiti in video, letti da diverse personalità artistiche: in una sorta di corto circuito che rimanda immediatamente all’attualità, alla realtà del presente. Si tratta di Alessandro Bergonzoni, Massimo Cacciari, Gherardo Colombo, Philippe Daverio, Daniele Del Giudice, Oliviero Diliberto, Dario Fo, Arnoldo Foà, Don Gallo, Claudio Magris, Michele Michelino, Milva, Eva Robins, Sergio Romano, Roberto Scarpinato, Gino Strada, Annamaria Testa.
«Con la virtualizzazione del mondo – afferma Andò – il teatro rischia di divenire sempre più marginale. L’unico rimedio è fare del teatro il luogo di un pensiero e di un atto politico. Il nostro spettacolo racconta la riflessione teorica di uno dei grandi drammaturghi del novecento: nessuno meglio di Brecht ha saputo rispondere alle domande della società con la forza della poesia e del teatro».

Venerdì 12 alle 17.30, per il ciclo di incontri-interviste curati e condotti da Enzo Moscato, protagonista dell’appuntamento sarà Moni Ovadia.


Teatro Mercadante
10 > 21 gennaio 2007
Nuova Scena/Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna
Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Mittelfest 2006

Le storie del signor Keuner
di Bertolt Brecht
traduzione di Roberto Menin

uno spettacolo di Roberto Andò e Moni Ovadia

con Moni Ovadia, Lee Colbert, Roman Siwulak
Maxim Shamkov, Ivo Bucciarelli

e con la Moni Ovadia Stage Orchestra:
Luca Garlaschelli (contrabbasso), Janos Hasur (violino), Massimo Marcer (trombe),
Albert Mihai (fisarmonica), Vincenzo Pasquariello (pianoforte), Paolo Rocca (clarinetto),
Marian Ŝerban (cymbalon), Emilio Vallorani (flauti/percussioni)

scene Gianni Carluccio
luci Gigi Saccomandi
costumi Elisa Savi
repertorio video Luca Scarzella
suono Mauro Pagiaro
arrangiamenti Mario Arcari, Emilio Vallorani, Vincenzo Pasquariello, Massimo Marcer
direzione musicale Emilio Vallorani
realizzazione video Elisa Savi
paesaggi sonori Marco Olivieri

regista assistente Gabriele Tesauri
assistente alla regia Tiziana Di Masi
assistente ai costumi Tommaso Lagattella

Info: tel.081.552 42 14
Biglietteria tel. 081. 551 3396 | Foto dello spettacolo e altro: www.teatrostabilenapoli.it

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