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A Maestri in Fiera lalta sartorialita' dello stilista Vincenzo Casapulla

Pastorano - «Un rumore, una musica, una scena di un film: l'ispirazione per una collezione arriva così, di getto e all'improvviso». Parola di Vincenzo Casapulla, uno degli stilisti più quotati del Casertano - e non solo – che parteciperà a Maestri...

«Un rumore, una musica, una scena di un film: l'ispirazione per una collezione arriva così, di getto e all'improvviso». Parola di Vincenzo Casapulla, uno degli stilisti più quotati del Casertano - e non solo – che parteciperà a Maestri in Fiera, la mostra dell'artigianato che si terrà dal 6 al 15 dicembre prossimi nel polo fieristico A1 Expo (uscita autostradale A1 Capua, Caserta).
L'atelier di Vincenzo Casapulla da oltre vent'anni è luogo di alta sartoria italiana, un settore particolarmente apprezzato all'estero e in costante crescita.Secondo le previsioni del Rapporto Export di Sace per il periodo 2013-2014, le esportazioni del tessile "Made in Italy" verso i mercati emergenti dell'estremo oriente, per i prossimi quattro anni, raggiungeranno un tasso di crescita medio annuo dell'8,3%, al di sopra del 4,8% previsto verso i mercati avanzati. Le migliori prospettive riguarderanno le produzioni d'alta gamma italiane, che oggi detengono il 13% del mercato globale. Il Made in Italy continua quindi a rappresentare la scelta preferenziale, anche nel settore sposa, in cui si ravvisa una crescente attenzione per la qualità e la sartorialità.
«Quest'attenzione deriva da una caratteristica distintiva della sartorialità, che è la vestibilità perfetta – spiega Casapulla – La personalizzazione, infatti, evita la piattezza di abiti 'ciclostilati', grazie a un lavoro d'équipe di sarte e stilista, un lavoro che quindi amalgama perfettamente tecnica e creatività. Il nostro è un lavoro guidato dalla passione, ma si incontrano non poche difficoltà, come il reperire le materie prime. Esempio lampante sono i setifici di San Leucio, che praticamente non esistono più. Per i miei capi, infatti, utilizzo seta di San Leucio, tipica per lampassi, damaschi e broccati che provengono direttamente dalla tradizione borbonica. Diversa invece dalla seta di Como, che invece prediligo per le linee più morbide. L'autoproduzione, soprattutto al Sud, risente anche dell'assenza delle istituzioni che – a mio avviso – dovrebbero fare di più per tutelare l'artigianato. E Maestri in Fiera può essere la grande occasione per accendere i riflettori sugli artigiani che, come me, sono impegnati nel campo della moda di alto livello».

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