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Ritrovate le epistole di Padre Semeria

Sparanise - Dopo le lettere di mons. Francesco De Felice al Fogazzaro, sono state rintracciate anche le 43 Epistole delle domeniche, scritte da Padre Giovanni Semeria nel 1926 e pubblicate sul giornale "La Festa", stampato a Milano a partire dal...

Dopo le lettere di mons. Francesco De Felice al Fogazzaro, sono state rintracciate anche le 43 Epistole delle domeniche, scritte da Padre Giovanni Semeria nel 1926 e pubblicate sul giornale "La Festa", stampato a Milano a partire dal 10 gennaio 1926. Quarantatré lettere molto interessanti, se si considera che all'epoca Padre Semeria era considerato tra i più grandi, se non il più grande oratore del tempo. Il 1926, del resto, costituisce in Padre Semeria, l'anno della svolta: anziché continuare a spiegare il Vangelo, iniziò a commentare le Epistole delle Messe festive, dalla I domenica d' Epifania alla III domenica di Avvento. Le lettere furono pubblicate anche in un volume, dall'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia. Nelle Lettere, padre Semeria è semplice, chiaro, nitido, mira deciso alla pratica cristiana, al rinnovamento sincero e profondo dello spirito. Quello delle Lettere è il Semeria maturo, del periodo più faticoso della sua attività, quando s'affretta a fare del bene, pressato dall'ora che fugge e divorato dall'ansia di carità. Emulo di San Paolo nella vita e nelle parole. Tra le tante epistole si segnalano "L'inno alla carità", "l'onore cristiano", " Il contagocce della vita", "La nuova idolatria", e i commenti alla "Carità più difficile" alla "Grande Umiliazione", alla "Vera e falsa carità"; interessante anche la sintesi del credo in S. Paolo e l'ispirata riflessione sul sapere. Leggere queste interessanti lettere - spiega il preside Paolo Mesolella, autore di questo inaspettato ritrovamento, è una buona occasione per conoscere più a fondo la figura di questo illustre meridionalista, benefattore del sud e di Sparanise. Per conoscere la sua missione tra i poveri, le sue prediche, i suoi libri, l'esilio e la sua scelta a favore dei poveri. Non solo: la sua amicizia con Pascoli e Tolstoj, la sua presenza al fronte come cappellano di Cadorna tra i soldati, il suo instancabile attivismo che lo portò a fondare Colonie alpine e Case del sodato, fino alla scelta di fondare l'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia insieme a Padre Minozzi. Fu soprannominato "Frà Galdino" per il suo continuo peregrinare sui treni in cerca di elemosine per i suoi orfani e per i centinaia di orfanotrofi da lui fondati in tutta Italia, tra i quali quello di Sparanise. Padre Semeria, nacque a Coldirodi presso Sanremo nel 1867, fu grande studioso, autore di molte opere e celebre oratore sacro. Dedicò gli ultimi quindici anni della sua vita totalmente al servizio degli orfani della guerra 1915-18 in cui era stato cappellano del comando supremo. Con don Minozzi fondò l'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia con centinaia di orfanotrofi, scuole e colonie, soprattutto nell'Italia meridionale. Instancabile apostolo, dapprima del pensiero e della penna, poi della dedizione fattiva, ebbe per tutta la vita un unico movente propulsore: la carità verso i fratelli. Le eccessive fatiche spese per procurare il pane ai suoi orfani stroncarono la sua robusta fibra proprio a Sparanise il 15 marzo 1931. Ottantuno anni fa.

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