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Economia

Saldi, aumenta la spesa dei casertani. Corsa a scarpe, maglie e camicie

Il sondaggio della Confesercenti mostra gli interessi degli acquirenti in Terra di Lavoro

Sconti attesi soprattutto nelle regioni del Sud, dove il 46% degli intervistati annuncia di avere intenzione di avvalersi degli sconti di fine stagione per rinnovare il guardaroba. La percentuale si riduce al 41% nelle regioni del Centro e al 38% in quelle del Nord. Complessivamente, l’indagine Confesercenti-Swg registra dati incoraggianti. E quest’anno, in cima ai desideri dei residenti in Terra di Lavoro ci sono le scarpe: è la spesa prevista dal 47% di chi ha già deciso di comprare. Seguono prodotti di maglieria (45%), capispalla (27%), capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%). Ma c’è anche un 15% in cerca di borse ed un 12% di altri accessori, dalle sciarpe alle cinture. 

Le notizie sono positive, quindi, anche con riferimento alla Provincia di Caserta, con un incremento di spesa di circa il 30% rispetto alle previsioni per i saldi del 2019: 158 euro per consumatore, come detto, dato più alto rispetto al 2018, 150 euro di spesa prevista, e al 2019, 122 euro, e leggermente inferiore alla media nazionale, 168 euro di spesa pro capite. 

Nel territorio casertano, tuttavia, la percentuale di consumatori che accederanno ai saldi sarà, secondo lo studio di Confesercenti, del 46%, più della media nazionale, 41%, anche per l’aumento in media tra l’1.3% e l’1.6% di tredicesime. 380 i milioni che verranno incassati dalle aziende della regione Camlpania. 

Per quanto riguarda la scelta dei consumatori, in Campania il 33% spenderà nei negozi brandizzati, dal momento che le grandi firme sono più accessibili con gli sconti; il 28% sceglierà il negozio sotto casa, il 22% gli Outlet e il 17% l’on-line, con una tendenza di spesa sul web che dunque diminuisce rispetto al passato. 

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, il presidente provinciale di Confesercenti Caserta Salvatore Petrella ricorda alcuni principi di base. “Si parte dai cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Si passa poi alla prova dei capi, per cui non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. Per quanto riguarda i pagamenti, invece, le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante. Inoltre i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia, nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. C’è l’obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita e finale, oltre allo sconto”.

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