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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Tasse e chiusure domenicali, Pollini: "Così si rilancia il commercio"

Il presidente della Confesercenti plaude all'iniziativa del governo: "Si intervenga su fiscalità e burocrazia"

Meno tasse, meno burocrazia e chiusure domenicali. Sono questi i tre punti su cui il presidente provinciale della Confesercenti di Caserta e vicepresidente vicario interregionale Campania-Molise Maurizio Pollini pone all'indomani della presentazione in commissione parlamentare Attività produttive della proposta di modifica della legge sulle aperture, con la chiusura delle attività commerciali nei giorni festivi.

Pollini ricorda come proprio da Caserta era partita una battaglia in tal senso con l'iniziativa "Libera La Domenica", che ha raccolta 150.000 firme contro la deregulation totale degli orari commerciali introdotte dal primo gennaio 2012 con il Decreto “Salva Italia”. "La nostra proposta di legge parte dal lontano 2013 - racconta Pollini - con la raccolta firme organizzate in tutte le federazioni Provinciali della Confesercenti e quindi anche a Caserta e Provincia, in collaborazione con la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) con la quale la Confesercenti ha tenuto numerose iniziative e Conferenze Stampa in tutta Italia. Non è vero - prosegue - che la chiusura domenicale pone un freno alle vendite commerciali. Dal primo Gennaio 2012 secondo il Decreto Monti con le liberalizzazioni delle aperture domenicali e festive avrebbe dovuto esserci una spinta nei consumi".

Ed i numeri sono evidenti. "Nel 2017 - prosegue Pollini - le vendite del commercio al dettaglio sono state inferiori di oltre 5 miliardi di euro pari ai livelli del 2011, ultimo anno prima della liberalizzazione. È vero invece che il Decreto Monti ha spostato quote di Mercato verso la Grande Distribuzione Organizzata, l’unica in grado di stare aperti 365 giorni l’anno, contribuendo all’erosione del fatturato della gran parte dei piccoli esercizi commerciali che hanno perso il 3% a favore della G.D.O.. Si tratta di circa 7 miliardi di Euro di vendite trasferite dal piccolo negozio alla Grande Distribuzione. È proprio a seguito dell’irreversibile danno economico e cancellazioni di migliaia e migliaia di piccoli esercizi commerciali che la Confesercenti nel Novembre del 2012 ha lanciato la raccolta di firme per “Libera la Domenica” per raccogliere 50.000 firme necessarie per presentare una legge di iniziativa popolare che faccia ritornare alle Regioni le competenze in materia di apertura degli esercizi commerciali".

"La Confesercenti Provinciale di Caserta - dice ancora Pollini - pone un plauso alla presentazione nella Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, dalla proposta di legge della Lega a firma dell’On. Barbara Saltamartini e condivisa dal Vice Presidente del Consiglio On. Luigi Di Maio che all’art.1 modifica l’art. 3 del D.L. 04/07/2006 n.223 convertito con modifiche nella L. 248/2006 in materia di disciplina degli orario di apertura degli esercizi commerciali. 
Infatti la Legge 248/2006 ha liberalizzato gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, eliminando gli obblighi di chiusura domenicale e festiva, l’art.2 del disegno di legge abroga l’art. 3 del D.L. 6 Dicembre 2011 n. 201 (C.D. Decreto Monti) che aveva liberalizzato senza alcun vincolo tutte le aperture commerciali". L'associazione dei commercianti inoltre evidenzia che dal 2012 al 2018 e solo nel 2013 (a pieno regime del Decreto Monti) sono cessate 50.000 attività commerciali. 

"Infine - rivela Maurizio Pollini - per il tessuto economico e produttivo dell’Italia e della nostra provincia, sostenere lo sviluppo delle PMI del commercio, determinante per l’occupazione e la vivibilità delle città". Ma non solo. "Altro punto sul quale intervenire è quello delle tasse, noi crediamo che il Governo debba porre l'accento sulla pressione fiscale e sui costi del lavoro favorendo le imprese in modo che si debbano pagare meno tasse e che si possa assumenre senza sostenere costi eccessivi. Con meno burocrazia, meno tasse e con la chiusura domenicale può esserci davvero un rilancio per le piccole attività che sarebbero un po' più competitive rispetto ai grandi colossi". 

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