Nuovo sacrificio per i piccoli Comuni che, grazie a una politica sempre più impostala al business, ora devono rinunciare anche all'informazione, come si evince dal documento notificato al titolare della storica edicola Chiodi di Gallo Matese, costretto, dopo oltre mezzo secolo, ad abbassare per sempre la serranda perché l'unico distributore non trova più conveniente inviare ogni giorno così lontano il furgone con i giornali per le poche copie che si vendono a Gallo come nella vicina Letino, dove da giovedì 10 gennaio analoga sorte attende il complesso a agrituristico “Serramonti” ed il bar “Che Guevara”. Dopo aver rinunciato alla chiusura nonostante l'avanzata età, pur di assicurare ai compaesani ed ai tantissimi turisti che arrivano d'estate, nelle vacanze natalizie e nei week end un servizio ininterrotto per oltre mezzo secolo, da quando erano ragazzi, i coniugi Antonio e Maria Chiodi sono costretti soccombere da una legge del guadagno, favorita da editori che non impongono ai distributori di assicurare il recapito anche nei più sperduti borghi, sicché, gradualmente, di questo passo, i quotidiani si troveranno solo nelle metropoli; i paesani potranno arrangiarsi. Una stoccata per la libera informazione, solo in parte compensata dall'exploit della stampa telematica, che sempre più spesso fa concorrenza alle stesse testate grazie a editori, anche locali, lungimiranti al punto da mettere in rete tutto il contenuto dei quotidiani, per conseguenza sempre meno chiesti nelle edicole anche perché spesso le notizie vengono tratte, con una sistematica operazione di “copia e incolla” di cui dovrebbero vergognarsi gli editori e direttori, proprio dai siti internet di cui certi quotidiani locali risultano una mera e sempre più inutile fotocopia.