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Cronaca Casapesenna

Il pm: "Zagaria aveva rapporti con 4 sindaci ed altri politici"

Per il magistrato della Dda il ristoratore era "la faccia pulita per mantenere i rapporti con le pubbliche amministrazioni"

Serviva una faccia pulita che mantenesse i rapporti con le pubbliche amministrazioni e garantire al clan dei Casalesi l'affidamento di appalti. Quella faccia pulita per il pm della Dda Alessandro D'Alessio era Alessandro Zagaria. Questo il motivo per cui il magistrato dell'antimafia partenopea ha invocato 20 anni per il ristoratore de "Il Tempio" di Casapesenna ribadendo la sua partecipazione attiva alla consorteria criminale, in particolare della fazione facente capo al boss Michele Zagaria

Secondo la ricostruzione operata dal pm, che ha formulato le proprie richieste al termine di una lunga requisitoria pronunciata dinanzi al collegio presieduto dal giudice Roberta Carotenuto del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro Zagaria "fa parte del clan in quanto ha un ruolo: quello di avere rapporti con le pubbliche amministrazioni. Ha rapporti con i sindaci di Cancello ed Arnone, con Carmine Antropoli di Capua, di recente colpito da ordinanza di custodia cautelare, oltre che con quelli di Santa Maria Capua Vetere ed ovviamente Grazzanise. Alessandro Zagaria partecipa anche ad una cena elettorale del consigliere regionale Stefano Graziano con sindaci ed altri esponenti politici dove l'unico non politico è lui. Zagaria ha rapporti anche con esponenti politici nazionali come Nicola Cosentino".

E quali sono i motivi di questi rapporti di una persona "apparentemente senza un ruolo" preciso negli accordi corruttivi? La conclusione a cui arriva il pubblico ministero è: "Zagaria partecipa agli accordi corruttivi da garante del clan dei Casalesi". Uno scenario simile a "Mafia Capitale con uno schema di corruzione tra politici ed imprenditori in cui la camorra fa da garante".

Circostanze che, oltre alle diverse intercettazioni telefoniche, trovano riscontro anche nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Benito Natale e soprattutto Massimiliano Caterino, "il ministro degli Esteri del clan dei Casalesi", ha ricordato D'Alessio, che riferisce di aver appreso della partecipazione di Zagaria al clan da Antonio Zagaria, fratello del boss Capastorta, e Filippo Capaldo che gli riferiscono "Alessandro è cosa nostra", ha concluso il pm in aula.  

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