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Cronaca

Camorra e voti, i soldi di Corvino ‘solo’ a Capone e Rea

Un indagato: “Non l’ho detto neanche a mia figlia, nessuno lo deve sapere”

In cambio dell’appoggio elettorale alle elezioni regionali 2015 Pasquale Corvino (allora candidato nella lista del Nuovo Centro Destra) aveva dato dei soldi ad Agostino Capone e Vincenzo Rea, ma la cosa non si sarebbe dovuta venire a sapere.

E’ quanto emerge dagli atti dell’ordinanza a carico dell’ex vice sindaco del Comune di Caserta, oggi ai domiciliari, coinvolto nell’inchiesta sull’accordo elettorale stretto col fratello del boss dei Belforte, Giovanni Capone. Tutta la ricostruzione di quello che avvenne alle elezioni del 2015, i carabinieri di Caserta l’hanno potuta fare tramite le intercettazioni. Nelle quali, appunto, Vincenzo Rea ammetteva di non aver detto “neanche alla figlia” che Pasquale Corvino gli aveva dato i soldi per procurargli voti per la campagna elettorale. Speravano, Rea ed Agostino Capone, di riuscire a recuperare voti per Corvino grazie alla “forza sul territorio casertano”, ma i problemi non sono mancati.

L'indagine sul voto di scambio

In alcuni casi si offrivano come “pagamento” i buoni spesa o i buoni benzina da 20 euro, ma spesso non si riusciva ad andare oltre ai familiari (comunque numeri corposi). E così quando c’è stata l’opportunità di poter guadagnare qualcosa di soldi con le offerte economiche di un altro candidato (Pasquale Carbone, nda) che sarebbe stato intenzionato a pagare 7000 euro per 100 voti, nel gruppo di Agostino Capone qualcosa inizia a rompersi. Perché, alcuni rampolli, fanno notare che votare Corvino è inutile, perché non avrebbero guadagnato nulla, mentre Carbone avrebbe pagato.

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