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Cronaca Parete

Vincenzo ucciso e fatto a pezzi: "Ergastolo per il killer"

Il procuratore generale chiede la conferma della pena per Guarente. Il cuoco parlerà prima del verdetto

Conferma dell'ergastolo per Ciro Guarente per il delitto di Vincenzo Ruggiero, l'attivista Lgbt di Parete ucciso nell'estate del 2017 in un appartamento in via Boccaccio ad Aversa. E' quanto ha chiesto il procuratore generale nel processo d'appello che si è celebrato stamattina dinanzi alla corte presieduta dal giudice Eugenia Del Balzo. 

Il pg ha ripercorso la vicenda e ribadito l'efferatezza dell'omicidio chiedendo la conferma della sentenza pronunciata in primo grado dal tribunale di Napoli Nord. Nel corso dell'udienza ci sono state le discussioni anche dell'avvocato di parte civile e del difensore di Guarente, l'avvocato Dario Cuomo, che ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche, anche in considerazione dell'atteggiamento collaborativo tenuto da Guarente nel corso del processo. 

Sarà lo stesso Guarente a chiudere il processo d'appello a suo carico. L'imputato ha chiesto di poter fare dichiarazioni spontanee prima della sentenza dei giudici, prevista per giovedì.

L'omicidio di Vincenzo Ruggiero fu particolarmente efferato. La sera del 7 luglio del 2017 Guarente si presentò nell’appartamento di Aversa, dove Vincenzo abitava con la bella trans Heven Grimaldi (legata da una relazione proprio a Guarente) per un chiarimento con Vincenzo, terminato in una lite che provocò la morte del 25enne che venne fatto sparire.

Quello di Vincenzo doveva sembrare un “allontanamento volontario”. Poi, il 29 luglio, il macabro ritrovamento dei resti di Ruggiero in un garage di via Scarpetta a Ponticelli, una volta adibito ad autolavaggio. Il cadavere era stato sezionato, cosparso di acido muriatico e in parte occultato sotto uno strato di cemento fresco.


 

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