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Cronaca Parete

Agevolazioni alla vigilanza del clan: indagati 2 dipendenti della Prefettura

Pratiche sollecitate in cambio di posti di lavoro per i familiari. Fissati gli interrogatori degli arrestati

Ci sono anche due dipendenti della prefettura di Napoli tra gli indagati nell'inchiesta sul business della vigilanza privata del clan dei Casalesi, attraverso società che facevano capo ad Enrico Verso, di Parete, cognato di Raffaele Bidognetti, il figlio pentito del capoclan Francesco, alias Cicciotto 'e Mezzanotte. 

Nel mirino della Dda sono finiti Giorgio Pietrelli, 61 anni di Brusciano, ed Antonio Ricci, 57 anni di Napoli. Secondo l'accusa Pietrelli, archivista presso la Prefettura, avrebbe sollcitato la pratica per far ottenere le autorizzazioni alla vigilanza armata alla Roma Security, riconducibile a Verso e prendente al Palazzo di Governo partenopeo, in cambio della promessa di assunzione nella società di vigilanza del figlio ed altri familiari. Pratica di cui si sarebbe interessato anche Antonio Ricci, in servizio presso il settore che avrebbe dovuto rilasciare i titoli autorizzativi, che avrebbe rivelato notizie che dovevano rimanere segrete, in particolare gli ostacoli posti in seguito a controlli della Guardia di Finanza. 

Oltre ai dipendenti della Prefettura sono indagati a piede libero anche Fausto Polichetti, 66 anni di Sarno (Salerno), ed Antonio Buglione, 64 anni di Nola. 

Intanto è stato fissato l'interrogatorio per Enrico Verso, detenuto in carcere. Sarà sentito dal gip, accompagnato dal suo legale Fabio Della Corte, nella giornata di domani. Nei prossimi giorni toccherà ad Antonio D'Abbronzo, difeso dall'avvocato Gaetano Orabona, e Carlo Verdone, difeso dall'avvocato Marcello Ruggiano, finiti ai domiciliari, e di Alessandro Barbieri, 71 anni, amministratore della società "I Pretoriani", colpito dal divieto di dimora in Campania. 


 

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