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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Maddaloni

Videopoker della camorra, 3 condanne

Inflitti 4 anni a Mastropietro, pena sospesa per Vegliante e Diana che tornano liberi. Assolto Marciano

Tornano il libertà Giampiero Vegliante, 42 anni di Maddaloni, e Raffaele Diana, 23 anni di Teverola, coinvolti nell'inchiesta sulle slot del clan Belforte installate in alcuni bar di Maddaloni. Questa la decisione del giudice Battienieri del tribunale di Napoli che, all'esito del processo con rito abbreviato, ha condannato i due a 2 anni, concedendo ad entrambi il beneficio della sospensione condizionale della pena e rimettendoli in libertà. Il gip, inoltre, ha inflitto 4 anni di reclusione ad Antonio Mastropietro, di Maddaloni, mentre è stato assolto Vincenzo Marciano.

Questo il verdetto del magistrato per i 4 coinvolti nell'inchiesta che nel maggio dell'anno scorso aveva portato a ben 11 arresti oltre al sequestro di due società e di 130 apperecchi videopoker installati in 22 bar. Il pm della Dda Luigi Landolfi aveva chiesto per Vegliante, difeso dall'avvocato Mario Corsiero, e per Diana, difeso dall'avvocato Giuseppina Pirozzi, la condanna ad 8 anni di reclusione; 4 anni era stata la richiesta per Mastropietro, difeso dagli avvocati Romolo Vignola e Stefano Lombardi, mentre l'assoluzione era stata chiesta per Marciano, difeso dall'avvocato Danilo Di Cecco

A Diana e Vegliante erano contestati i reati di intestazione fittizia di beni, di tentativo di estorsione e di illecita concorrenza, per avere imposto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uso di slot machine sul territorio maddalonese, mentre a Mastropietro era contestato il reato di tentativo di estorsione. A tutti, poi, era contestata l’aggravante del metodo e dell’agevolazione mafiosa del clan Belforte, fazione di Maddaloni, di cui sono ritenuti espressione i componenti della famiglia Marciano, che hanno deciso di affrontare il giudizio ordinario, che pende dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. 

Le indagini presero il via dalla denuncia di un concorrente, che si recò presso la Guardia di Finanza di Marcianise per denunciare i componenti della famiglia Marciano che, secondo lui, avvalendosi di soggetti prestanome, avevano imposto sull’intero territorio maddalonese l’utilizzo di slot machine fornite dalle ditte fittiziamente intestate a Vegliante e Diana ma, di fatto, riconducibili ai Marciano.

Dopo le discussioni del pm e dei difensori, il gip ha emesso oggi la sentenza, assolvendo Marciano Vincenzo (come richiesto dal pubblico ministero) ed assolvendo Vegliante (per il quale erano stati richiesti anni otto di reclusione) dai reati di tentativo di estorsione e di illecita concorrenza , escludendo che il predetto potesse avere agevolato il clan Belforte o di avere assunto comportamenti tali da configurare il metodo mafioso, condannando l’imputato per il solo reato da lui riconosciuto, e cioè l’intestazione fittizia della ditta individuale a suo nome. Stesso ragionamento per Diana. Inoltre, il gip ha accolto la richiesta di condanna di Mastropietro, al quale è stata inflitta la pena di anni quattro di reclusione. 

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