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Cronaca

Da 'vedetta' a leader del clan: la carriera criminale del baby boss Maravita

Giovanissimo segnalava i cantieri da sottoporre ad estorsione al clan Belforte. Discusso il Riesame per il genero di Della Ventura ed altri

La carriera 'criminale' di Michele Maravita sarebbe iniziata da giovane, anzi giovanissimo. Il figlio di Pasquale Maravita, indicato dai collaboratori di giustizia come 'storico affiliato al clan', avrebbe mosso i suoi primi passi nel sodalizio in tenera età.

Già nel 2009, quando Maravita aveva appena 22 anni, il collaboratore di giustizia Antonio Farina lo indica come parte attiva del sodalizio attivo a Maddaloni ed affiliato ai Belforte. "Ci indicava i nuovi cantieri da sottoporre ad estorsione. Una volta ricordo che mi disse che voleva affiliarsi al nostro clan ed io presi tempo in considerazione che era troppo giovane". Ma il giovane rampollo del clan era già operativo nel 2006 (appena 19enne): "stavano realizzando dei lavori relativi alla rete fognaria e di ciò ne fummo avvertiti dal figlio di Pasquale Maravita", conferma Farina. 

Da 'vedetta' a 'leader' il passo è stato breve anche grazie al matrimonio con Lena Della Ventura, figlia del boss Antonio detto 'o Cuniglio, capozona dei Belforte nel Capoluogo. Con il ras al 41bis è sua moglie, Concetta Buonocore, a gestire gli affari di famiglia e quando anche lei viene arrestata tocca al genero Michele farlo. Le piazze di spaccio, solitamente gestite dai Della Ventura, finiscono nella competenza di Maravita che, per sua stessa ammissione - almeno stando a quanto emerge dalle intercettazioni - praticherebbe anche l'usura, reato che comunque non gli viene contestato dalla Dda. 

Affari, affari ed ancora affari. Maravita investe. C'è un negozio per animali a Maddaloni. La società viene intestata alla moglie Della Ventura. In oltre un anno di attività non paga mai il fitto del locale, circa 15mila euro. Il proprietario conosce bene la famiglia e dimostra di avere "fiducia" di non perdere "la somma che mi deve". E non mancano nell'ordinanza di custodia cautelare presunti episodi estorsivi come quello ai danni di un supermercato, sempre a Maddaloni. "Facciamo 500 a testa", dice Maravita al suo interlocutore in auto. Il proprietario, però, nega. 

Intanto, stamattina si è celebrato il riesame dopo gli arresti della settimana scorsa. I legali - gli avvocati Michele Di Fraia, Mario Mangazzo, Giuseppe Stellato e Nello Sgambato - hanno presentatoo ricorso per rivalutare le esigenze cautelari a carico dei loro assistiti. La decisione è attesa nei prossimi giorni. 

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