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Cronaca

L'avvocato, il manager e gli incarichi chiesti da Cosentino svelati dal pentito

Gli incontri al ministero con l'ex sottosegretario, le richieste "remunerative" per Savoia ed il giallo dei 30mila euro scomparsi dalla nuova società

Ci sono due collaboratori di giustizia che hanno rilasciato ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia dichiarazioni su quelli che vengono considerati i “perni” attorno a cui gira tutto il business dei rifiuti che ha portato ad aprire indagini sugli appalti di 7 comuni delle province di Caserta e Napoli. Un giro di diverso milioni di euro che ruota attorno a Carlo Savoia, fratello dell’ex sindaco di Sant’Arpino ed attuale amministratore della società Xeno, e Pasquale Vitale, avvocato casertano, molto inserito negli ambienti politici, che per anni è stato un punto di riferimento del parlamentare Nicola Cosentino.

Proprio di Vitale parla Giuseppe Valente, ex manager del Consorzio Rifuti Ce4 di Mondragone, ascoltato nel febbraio di questo anno. “Mi venne presentato da Nicola Cosentino nella sede dell’allora ministero dell’Industria in via Veneto a Roma. Cosentino mi disse che era un suo uomo di fiducia ed era il suo riferimento all’interno del ministero. In diverse occasioni nelle quali dovevo incontrarmi con Cosentino al Ministero, avevo sempre modo di incontrare Pasquale Vitale. I temi ed i contenuti dei colori fra me e Nicola Cosentino erano esplicitati alla presenza di Vitale. Era noto negli ambienti che frequentavamo a Caserta che Pasquale Vitale fosse il rappresentante di Nicola Cosentino in ambito ministeriale e che fosse una persona di estrema fiducia per lui”. 

Valente, poi, parla anche di Carlo Savoia, conosciuto anche lui, secondo il suo racconto, tramite Nicola Cosentino. “Il fatto che anche Savoia fosse legato a Cosentino mi deriva dal fatto che qualche mese dopo la presentazione, Cosentino mi pregò di trovare un incarico importante dal punto di vista remunerativo e rappresentativo. Lo nominai presidente della società Eco4. Oltre a questo incarico Savoia ne ricevette un altro. Il Consorzio Ce4 costituì tre società che dovevano operare nel medesimo settore ed in una di queste fu indicato sempre da Nicola Cosentino proprio Carlo Savoia. Questa società nvenne finanziata dal consorzio mediante il conferimento di 30mila euro. Savoia assunse la carica di presidente e ricordo che dopo qualche mese allorquando bisognava rientrare del capitale versato, non venne più ritrovata alcuna somma. Chiesi ragione di questo fatto a Savoia che mi disse che i 30mila euro erano stati da lui prelevati quale compenso per la carica di presidente”. Cosa che, racconta Valente, fu riportata anche a Cosentino che gli chiese di non assumere provvedimenti nei confronti di Savoia. Di quest’ultimo, in realtà, parla anche il nuovo pentito dei Casalesi Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, ma per ora le sue dichiarazioni sono tenute ancora omissate dagli inquirenti.

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