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Cronaca Cesa

Da usuraio a vittima di usura ma i giudici non gli credono: assolto 63enne

Avrebbe pagato tassi di interesse superiori al 95%. La Procura aveva invocato la condanna

Assoluzione con formula piena. È quanto disposto dalla Prima Sezione Penale del tribunale di Napoli Nord in composizione collegiale, presieduta dal giudice Agostino Nigro, nei confronti di Alessio Flagiello, 63enne di Santa'Antimo - assistito dall'avvocato Mario Angelino - finito sotto processo per usura e tentata estorsione ai danni di N.D'A, 49enne di Cesa.

La vicenda nasce nel 2021 allorquando i finanzieri del Gruppo di Cassino svolgono un’attività d’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Cesare Sirignano della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord. L'attività investigativa ebbe origine dalla denuncia di un commerciante di Cassino che asseriva di essere oggetto di usura da parte di un imprenditore edile di Cesa.

In realtà, a seguito degli accertamenti svolti, emergeva tutt’altro scenario. Lo stesso imprenditore era a sua volta un usuraio ad essere vittima di altri soggetti e quindi alla disperata ricerca di liquidità. Difatti, dopo aver ottenuto prestiti per decine di migliaia di euro con interessi superiori alla soglia legale, cui non riusciva a fare fronte, l’imprenditore entrò in una spirale perversa, rivolgendosi ad altri strozzini, precipitando sempre più nel baratro della disperazione.

In pieno lockdown e nonostante le restrizioni governative la 'vittima', nel vano tentativo di ottenere risorse economiche, cercò a tutti i costi di incontrare persone disposte ad offrirgli il denaro che doveva restituire. L’uomo era sottoposto a continue intimidazioni e minacce da parte di 'strozzini' anche tramite l’utilizzo di armi.

È stato accertato come N.D'A ottenne complessivamente in prestito circa 65mila euro. Doveva restituirne, solo a titolo di interessi pretesi, oltre 172mila. Imposto quindi un tasso usuraio che sfiorava il 95%.
Dall'attività investigativa emerse inoltre, come uno dei “cravattari” pretendesse come saldo dei debiti residui, l’abitazione della vittima, una villa del valore di oltre 800mila euro, prospettando, in caso di mancato rispetto dei termini per i pagamenti delle somme pattuite, ritorsioni anche nei confronti dei familiari.

All’esito delle indagini il gip del Tribunale di Napoli Nord Raffaele Coppola, emise un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 53 enne residente a Casandrino e degli arresti domiciliari nei confronti del 63enne Flagiello oltre che per un 68enne di Sant’Antimo, M.B., con l'accusa di usura ed estorsione aggravate dallo stato di bisogno, dall’esercizio dell’attività imprenditoriale e dall’utilizzo di armi. 

A seguito di istanza di riesame presentata dai legali Mario Angelino e Luigi Poziello, rispettivamente per Flagiello ed M.B., venne sostituita la misura cautelare degli arresti domiciliari con l'obbligo di presentazione alla PG e l'obbligo di dimora nel comune di residenza. Dinanzi al collegio normanno a fronte delle richieste di condanna del pm a 4 anni  e 6 mesi di reclusione per M.B. e a 5 anni e 6 mesi di reclusione per Alessio Flagiello, il presidente del collegio accogliendo l'istanza del difensore di Flagiello l'avvocato Mario Angelino lo ha assolto con formula piena stralciando la posizione del 68enne per ulteriori approfondimenti.

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