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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Camorra e usura: imprenditore vittima in aula

La persona offesa ha svelato ai giudici la sua versione

La vittima dell'usura sentita in aula. E' quanto accaduto nel corso dell'ultima udienza, celebrata dinanzi al collegio presieduto dal giudice Crisci del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, del processo a carico di 4 persone tra cui il ras dei Belforte Gennaro Buonanno e l'imprenditore Paolo Siciliano. 

Un'udienza tesissima, durata oltre tre ore, durante le quali la vittima degli episodi di usura ha rivelato la sua versione dei fatti replicando alle domande del pubblico ministero e dei difensori degli imputati che hanno mosso numerose contestazioni evidenziando discrasie nel racconto della persona offesa. Si torna in aula nella seconda metà di marzo. Con Buoanno e Siciliano sono imputati Michele Campomaggiore e Raffaele Iuliano. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giuseppe Foglia, Massimo Trigari, Gabriele Amodio e Civita Di Russo.

Secondo le ricostruzione della Dda, un imprenditore sarebbe finto nelle mani dei Buonanno che gli avrebbero prestato soldi in cambio di tassi di interesse che arrivavano fino al 130% l’anno. In un’occasione, tra novembre e dicembre del 2015, la vittima fu costretta a salire in un’automobile e minacciata di morte per farsi consegnare i soldi del prestito, oltre che un “regalo” di 2mila euro per il clan Belforte in occasione delle festività natalizie. Fatto che non si è materializzato per l’opposizione dell’imprenditore. 

Siciliano avrebbe minacciato la vittima prima che la stessa venisse ascoltata dalla Guardia di Finanza, affinché testimoniasse il fatto sulla consegna degli assegni incassati dall’imprenditore. Soldi per circa 85mila euro che, secondo la prospettazione degli inquirenti, sarebbero poi stati utilizzati per le attività del “Gruppo Siciliano”.

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