rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Cellole

Pizzo ed usura ai commercianti: le intercettazioni entrano nel processo

Affidato l'incarico al perito che dovrà trascrivere le captazioni raccolte dagli inquirenti

Affidato l'incarico al perito trascrittore. È quanto accaduto nel corso dell'udienza celebrata davanti la Terza Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere riunitasi collegialmente e presieduta dal giudice Luciana Crisci nel processo avente ad oggetto episodi di usura ed estorsione in concorso, aggravati dalla metodologia mafiosa, ai danni di commercianti di Cellole e Baia Domizia tra il 2013 ed il 2016.

Sul banco degli imputati Achille Sauchella, 62 anni di Cellole; Giancarlo Alfiero, 59enne di Casal di Principe; Nicola Campanile, 54enne di Bacoli; Michele Casolare, 62enne di Quarto; Riccardo Di Rosa, 57enne di Castel di Sangro; Maurizio Di Rosa, 39 enne di Sulmona. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, approfittando dello stato di indigenza delle loro vittime (tre commercianti) riscuotevano dalle stesse, somme 'prestate' onnicomprensive di tassi usurari pari al 50% da corrispondere entro un mese con l'applicazione di una mora per ogni mese di ritardo pari a 2000 euro. La riscossione del quantum dovuto era resa più credibile dagli indagati in particolare da Giancarlo Alfiero con riferimento alle particolari modalità di recupero crediti in voga a Casal di Principe e care ai clan camorristici con tanto di minaccia di gambizzazione o di incendi dolosi delle attività commerciali.

Gli accertamenti investigativi sono nati a seguito di una denuncia sporta da uno degli imprenditori vittima degli imputati, M. D. C. di Cellole rappresentato dall'avvocato Lorenzo Montecuollo grazie alla quale sono state ricostruite ulteriori condotte estorsive ai danni di altri due imprenditori locali, G. N. e  L. G. 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti M.D.C. nei mesi di febbraio e marzo 2016 ricevette la 'visita' di Giancarlo Alfiero presso la propria attività commerciale per riscuotere un debito pari a 20.000 euro e che se non avesse saldato il quantum dovuto sarebbe stato gambizzato ed avrebbe assistito all'incendio della propria attività. Le minacce venivano perpetrate da Alfiero facendo leva sulla modalità camorrista del recupero del credito del clan dei Casalesi. Lo stesso Alfiero malmenando l'imprenditore M. D. C. già affetto da precarie condizioni di salute ed in concorso con Nicola Campanile e Michele Casolare riuscivano a farsi consegnare le chiavi dell'attività da M. D. C. con evidente danno economico per lo stesso.

Gli stessi imputati si erano resi responsabili delle medesime condotte estorsive ed usurarie ai danni di G. N. e L. G.. Achille Sauchella, Riccardo Di Rosa, Maurizio Di Rosa in concorso tra di loro Sauchella quale intermediario e Maurizio e Riccardo Di Rosa quali finanziatori approfittando dello stato di bisogno di G. N. si facevano promettere e parzialmente restituire interessi di carattere usuraio. Su un prestito di 2500 euro venne richiesta la somma di 5000 euro omnicomprensiva degli interessi da versare entro un mese dalla richiesta. Sulla somma di 2000 euro venne richiesta una somma raddoppiata (4000 euro) entro un mese. In una occasione Sauchella a L. G., titolare di un esercizio commerciale di generi alimentari, impose, la tassa di 2000 euro di interessi per ogni mese di ritardo nei pagamenti.

Si torna in aula a luglio per l'esame degli imputati. Nel  collegio difensivo sono impegnati gli avvocati  Angelo Raucci, Luigi D'Anna,Leonardo Lombardi, Diego Di Bonito, Alfredo Della Rocca.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pizzo ed usura ai commercianti: le intercettazioni entrano nel processo

CasertaNews è in caricamento