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Cronaca Casal di Principe

7 ARRESTI Un liceale 'utilizzato' per intascare i soldi dall'Inps

E’ quanto emerge dall’inchiesta ‘Muro di carta’ che ha portato all’arresto di 7 persone

Uno studente del quinto anno di liceo ad Aversa che risulta contemporaneamente dipendente della società Icor di Fondi, quindi a 85 chilometri di distanza dal presunto cantiere della “società cartiera". È quanto emerge dall’inchiesta dalla procura di Napoli Nord ‘Muro di carta’, che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di 7 persone, tra cui imprenditori e consulenti del lavoro, accusati di aver creato un’associazione a delinquere, con base nell’agro aversano, attiva nell’emissione e nell’utilizzazione di false fatture per operazioni inesistenti nel settore edile, finalizzate, oltre ad ottenere i conseguenti sgravi tributari, anche e soprattutto a conseguire la percezione di indebite contribuzioni da parte degli Enti previdenziali ed assistenziali.

UNA TRUFFA DA UN MILIONE E MEZZO DI EURO

Dalle carte dell’inchiesta emerge come la Icor, di cui era amministratore di diritto l'imprenditore di Casal di Principe Paolo Piccirillo, abbia presentato tra il 2011 e il 2014 ben 285 comunicazione per lavoratori dipendenti all’Inps e, come accertato dagli inquirenti e dagli ispettori dell’ente previdenziale, in ragione di tali rapporti siano stati corrisposti a 154 soggetti prestazioni previdenziali e assistenziale per un valore complessivo di poco inferiore al milione e mezzo di euro. Dagli elementi raccolti dalla Guardia di Finanza di Aversa risulta però l’assoluta fittizietà dei rapporti di lavoro e quindi dell’erogazioni di tale importo.

IL RACCONTO DEI FINTI DIPENDENTI

È il caso dello studente C.D.C., ma anche delle dichiarazioni rese da altri due presunti lavoratori dell’azienda cartiera, che hanno riferito agli inquirenti come non avessero mai prestato attività lavorativa alla Icor, nonostante fossero formalmente assunti dall’azienda e per questo ricevuto anche l’indennità di disoccupazione. In particolare uno dei due finti lavoratori, U.M., racconta di non aver mai sentito parlare della Icor e di non conoscere Paolo Piccirillo e Salvatore Massaro, gli imprenditori finiti in manette, chiarendo che delle attività connesse alla costituzione dei suoi rapporti di lavoro, così come delle pratiche per il conseguimento della disoccupazione, si era occupato il consulente del lavoro Angelo Caterino (finito in carcere assieme al figlio Emilio). U.M. ha infatti chiarito di aver lavorator per una tabaccheria e di aver firmato documenti relativi alla costituzione di rapporti di lavoro esibitigli da Vincenzo Massaro, nella convinzione che si riferissero proprio alla tabaccheria.

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