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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Travolto in scooter dopo la lite, assolti padre e figlio

La versione della vittima non ritenuta credibile dai giudici. Giuseppe e Gianfranco Rinaldi tornano liberi

Versioni incoerenti, un riconoscimento fotografico a dir poco anomalo, dubbi addirittura sul numero di aggressori presenti. Tanto è bastato a minare la credibilità di un ragazzo di 18 anni di Marcianise, vittima di un tentato omicidio, e far crollare le ipotesi della Procura su Giuseppe Rinaldi, 45 anni di Caserta detto Peppe la Tigre, ed il figlio Gianfranco

I giudici della seconda sezione collegiale (Collegio B) del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Carotenuto, hanno assolto padre e figlio con formula piena. Accolte in toto le richieste del difensore dei due, l'avvocato Nello Sgambato, che è riuscito a dimostrare come la versione fornita dalla vittima ai giudici non sia stata credibile, rendendo di fatto le accuse vane. I giudici hanno anche disposto l'immediata liberazione dei Rinaldi, arrestati alla fine di gennaio. Il pubblico ministero Vincenzo Quaranta aveva invocato 9 anni a testa per i Rinaldi. 

Gianfranco Rinaldi, secondo l’ipotesi accusatoria, aggredì a piazza Dante un giovane di Caivano provocandogli una copiosa perdita di sangue dal naso. Ne nacque una lite con altri giovanissimi, tra cui il ragazzo di Marcianise, all'epoca 17enne, che colpì Rinaldi con una bottiglia prima di scappare a bordo di un Beverly 250. Gianfranco Rinaldi chiamò suo padre Giuseppe. I due inseguirono il giovane in scooter fino a raggiungerlo nella zona di via Retella a Capodrise dove lo speronarono con l'auto facendolo cadere a terra. 

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