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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Coltellate dopo la lite: il ras ed il figlio fanno scena muta davanti al giudice

Giovanni e Raffaele Capone si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio

Hanno fatto scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere alle domande del gip D'Angelo e provare a chiarire le rispettive posizioni. Questo l'esito degli interrogatori di garanzia di Giovanni e Raffaele Capone, padre e figlio accusati del tentato omicidio di un 41enne, attinto a Caserta da diverse coltellate dopo una lite con i due. 

Il ras dei Belforte sul Capoluogo insieme al figlio Raffaele, ristretti in due carceri diversi ed assistiti dall'avvocato Francesco Liguori, si sono presentati in videocollegamento all'appuntamento con il giudice dopo l'arresto dei giorni scorsi. Tutto è durato lo spazio di pochi minuti, il tempo di prendere la parola e comunicare la loro volontà di non rispondere alle domande, di non chiarire nulla, di non parlare. Restano, dunque, in carcere, per il momento. 

Secondo quanto ricostruito i fratelli G.R., di 41 anni, e G.R., di 38, la sera deò 22 settembre si recarono sotto casa di Giovanni Capone per vendicare un affronto fatto dal figlio, Raffaele, al padre dei G.R. Dopo una prima lite al parco Santa Rosalia, Giovanni e Raffaele Capone riuscirono a mettere in fuga i due. Ma non si limitarono a quello. Li inseguirono con l'intenzione di aggredirli. I due fratelli vennero raggiunti in via Ruggiero, nei pressi di un supermercato, dove uno di loro venne attinto da diverse coltellate. Nel corso della lite rimasero feriti, anche se lievemente, sia il fratello dell'accoltellato sia Giovanni Capone. 

 
 

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