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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Tentata estorsione ad un agricoltore: in 3 sotto processo

Hanno minacciato l'affittuario di un terreno confinante con la loro azienda: "Siamo dei Casalesi"

Non volevano abbandonare quel terreno e per questo minacciarono un imprenditore agricolo di Francolise. Così sono finiti sotto processo i fratelli Giovanni e Tommaso Diana, di Casal di Principe, insieme con un loro nipote, Davide Natale, di Santa Maria Capua Vetere. L'accusa è di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. 

Stamattina, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Di Girolamo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stato ascoltato un maresciallo dei carabinieri che ha ricostruito la vicenda da quando, nel maggio dell'anno scorso, un imprenditore agricolo della zona di Francolise aveva denunciato i Diana per le minacce subite.

La vittima aveva fittato un fondo agricolo occupato, però, dai Diana, in particolare da Tommaso Diana. Secondo quanto raccontato in aula dal carabiniere l'uomo aveva stipulato regolare contratto di locazione per un terreno coltivato dai Diana che lo avrebbero minacciato, rivelando la loro appartenenza al clan.

Giovanni Diana, infatti, è il cognato di Salvatore Nobis, elemento di spicco della fazione Zagaria. E proprio per questo la minaccia venne ritenuta credibili da parte della vittima. Inoltre, sempre secondo quanto riferito dal militare nel corso dell'esame da parte del pm della Dda Maurizio Giordano, l'azienda dei Diana era sotto sequestro ma nonostante ciò sia Tommaso Diana sia Natale vi lavoravano al suo interno. 

Lo stesso imprenditore vittima della tentata estorsione negli anni precedenti aveva già denunciato Diana in seguito a danneggiamenti ed al tentativo di un incendio di una serra di tabacco, circostanze, però, sulle quali il maresciallo non è riuscito a fare chiarezza non ricordando quasi nulla degli esiti investigativi che fecero seguito alle querele sporte dalla vittima. 

Il processo è stato rinviato a metà aprile. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Luigi Iannettone e Camillo Irace

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