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Cronaca

"I tubolari? Arrivano col gommone". Ecco le intercettazioni che inguaiano il tenente colonnello casertano

Coinvolto nella maxi inchiesta sulle tangenti, il militare casertano che avrebbe dovuto controllare l'esecuzione del contratto sembra essere a conoscenza che la merce deve arrivare dall'estero

“DIciamo che arrivavano col gommone. Anche i tubolari di plastica arrivavano col gommone. E quindi erano lì alla dogana ed alla fine uno di questi che stava dall’altra parte dell’Adriatico li ha chiamati e gli ha detto ‘la roba ve la porto io col camion entro domani’. E quindi li ho visti che si sono rilassati un pochettino”. E’ questa intercettazione telefonica tra i due tenenti colonnello dell’esercito in servizio a Roma, tra cui anche il casertano G. S. C., ad aprire gli occhi agli inquirenti che nell’appalti per le forniture qualcosa non andasse secondo legge. E, difatti, gli investigatori hanno scoperto accordi sottobanco che miravano a favorire sempre la stessa società che aveva ottenuto l’appalto per la fornitura dei gradi tubolari per l’esercito, ma che avrebbero dovuti produrli in Italia, mentre invece avevano subappaltato il lavoro a società cinesi ed albanesi. Ed il tutto era a conoscenza di colui, come il direttore dell’esecuzione contrattuale, il casertano tenente colonnello ora indagato (e che rischia la sospensione) che al telefono col collega dimostra di essere ben cosciente che il materiale ordinato dovrà arrivare dall’estero. “I distintivi di metallo arrivano il 29?” Chiede il casertano al collega: “Il 29 mattina, arrivando in aereo. Ti dico da Torino, ma per assonanza. Diciamo Torino, è valida solo la parte finale della parola. Non è Shangay”. Chiaro che i due membri dell’esercito volessero intendere che la merce sarebbe arrivata da Pechino, cioè dal mercato cinese. A dimostrazione che sapevano come “funzionava” il giro della società.

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