"Il supermercato deve chiudere" ma il giudice 'bacchetta' il Comune

Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di Orta di Atella contro una società titolare di un supermercato, proprietaria in via Clanio di un esercizio commerciale di 380 mq di superficie complessiva, consistente in un supermercato e annesso reparto di salumeria e laboratorio di macelleria e già aveva impugnato innanzi al Tar partenopeo il provvedimento di chiusura ad horas dell’attività commerciale, fondato sul rilievo, come da precedente diffida del 18 dicembre 2014, dell’assenza di agibilità dei locali e della richiesta di applicabilità della delibera di giunta 11/2014, che concedeva ai proprietari dei titoli edilizi annullati un lasso di tempo per rimuovere i vizi ostativi alla sanatoria edilizia.

Infatti nel Comune di Orta Atella veniva negli anni addietro, in relazione al complesso immobiliare in cui si trovava il locale della ricorrente, costituito da circa 200 appartamenti e locali commerciali, rilasciati numerosi titoli edilizi nonostante, alla stregua del Piano Regolatore Generale allora vigente, fosse necessaria la preventiva approvazione di strumenti urbanistici attuativi (nella specie, piani di lottizzazione convenzionata), risultando, quindi, preclusa la possibilità di un intervento edilizio diretto. Tutti i titoli edilizi rilasciati, ivi compreso quello riferito all’immobile locato dalla ricorrente e nel quale viene svolta l’attività oggetto del contendere, venivano dunque annullati a distanza di anni. Nello specifico con ordinanza numero 71 del 4 dicembre 2009 a firma del Responsabile dell’Ufficio tecnico era stato disposto l’annullamento in autotutela del permesso a costruire con conseguente assenza di un valido titolo da utilizzare per conseguire la contestata agibilità. Per una serie di motivazioni in una sentenza di numerose pagine “l’appello va rigettato”.