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Cronaca San Cipriano d'Aversa

Strage di camorra, Iovine rischia il processo

E' accusato di aver messo a disposizione la sede del consorzio agrario al commando dei killer

Il Consorzio Agrario usato come base per una strage di camorra. E' questa l'accusa mossa dalla Dda nei confronti di Giancarlo Iovine, 55enne di San Cipriano d'Aversa, ritenuto responsabile dai magistrati della Dda di concorso in omicidio.

Siamo a Casal di Principe il 22 aprile del 1989. Siamo nel pieno della faida tra la nuova mafia dell'agro aversano e la Nco di Raffaele Cutolo. Un gruppo di sicari in nome e per conto dei casalesi uccise Antonio Pagano, Giuseppe Mennillo, Giuseppe Orsi e Giuseppe Gagliardi. Una vera e propria carneficina.

Secondo l'impianto accusatorio Giancarlo Iovine, che gestiva il consorzio agrario insieme al padre, avrebbe consentito l'utilizzo della struttura come base da cui fare appostamenti per monitorare una delle persone da uccidere. Il quadruplice omicidio è stato già trattato nel processo Spartacus 1, conclusosi con la condanna all’ergastolo di alcuni esponenti del sodalizio criminale casalese, tra cui Antonio Iovine, Raffaele Diana e Giuseppe Caterino, ritenuti gli esecutori materiali dell’omicidio ordinato dai vertici del clan dei casalesi.

A distanza di quasi 30 anni dai fatti il nome di Giancarlo Iovine, difeso dagli avvocati Emilio Martino e Cola, è tornato alla ribalta per la sua partecipazione a quei fatti di sangue grazie alle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui proprio Antonio Iovine e Dario De Simone. Stamattina si è celebrata l'udienza preliminare a carico di Giancarlo Iovine, rinviata per un'omessa notifica ad una delle parti offese al prossimo 29 gennaio.

Con Iovine rischia il processo anche un funzionario della Polfer, Stefano Valletta (difeso dall'avvocato Angelo Raucci), estraneo all'omicidio ma ritenuto responsabile di un accesso abusivo nel sistema informatico per alcune notizie che avrebbe raccolto, su presunta sollecitazione dello stesso Giancarlo Iovine, in relazione a controlli di polizia che riguardavano l’esponente del clan. 

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