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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria a Vico

Perseguita le figlie al supermercato e durante la Via Crucis: architetto condannato

E' stato denunciato per stalking dalle due ragazze dopo la separazione

Perseguita le figlie che non volevano più saperne di lui: condannato per stalking.

E' quanto disposto dal giudice Luciana Crisci del tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti del 61enne architetto di origini libanese, assistito dall'avvocato Igino Nuzzo, nei confronti del quale è stata emessa una pena ad un anno e 2 mesi.

Secondo la ricostruzione della Procura sammaritana, l'architetto A. H. si era reso responsabile di atti persecutori nei confronti delle due figlie all'epoca dei fatti minorenni affidate all'ex moglie dopo la separazione avvenuta nel 2011. Le ragazze, rappresentante dall'avvocato Davide Pascarella, dopo la separazione dei genitori non hanno mai voluto mantenere un rapporto col padre, considerato assente, ed il professionista, non accettando questa condizione, iniziò a molestare e perseguitare le figlie dal maggio 2011 al maggio 2017 (all'epoca dei fatti avevano 15 e 17 anni).

L'architetto, residente a Santa Maria a Vico, le attendeva fuori scuola, cercando di convincerle ed agli innumerevoli rifiuti delle figlie le strattonava, le ingiuriava, prendendole anche a schiaffi. In una occasione le intercettò mentre accompagnavano l'ex moglie al supermercato; le inseguì tra gli scaffali e fuori l'esercizio commerciale fin nell'auto dell'ex coniuge, dove le ragazze si erano rifugiate colpendo sul finestrino anteriore e cercando di forzare la serratura dello sportello. Il tempestivo intervento del proprietario del supermercato scongiurò il peggio e l'uomo si allontanò non prima di aver minacciato di morte l'ex coniuge.

In un'altra occasione inseguì le figlie fin in una farmacia dove le ragazze trovarono rifugio ponendosi all'ingresso dell'esercizio commerciale impedendole di uscire. Ed ancora durante la via Crucis le intercettò e le inseguì tra i fedeli ma le ragazze trovarono rifugio in una abitazione per poi dileguarsi sul retro riuscendo così a rincasare. Atti reiterati che hanno portato il giudice sammaritano alla condanna del professionista libanese.

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