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Cronaca San Prisco

Chiede soldi alla ex per comprare un carico di droga

Il retroscena nell'inchiesta sullo spaccio. La richiesta del capo D'Angelo dopo l'arresto di tre pusher

Ha chiesto soldi alla ex dopo l'arresto di tre pusher della sua rete. E' quanto emerge negli atti dell'inchiesta che ieri ha portato ad 11 arresti per lo spaccio di droga sull'Appia, tra Santa Maria Capua Vetere e San Prisco.

PRESTAMI I SOLDI: TI FACCIO TORNARE A LAVORARE CON ME

Protagonista della richiesta è Tommaso D'Angelo, considerato il capo della banda. D'Angelo contattò l'ex compagna Monica, dopo che la donna aveva già abbandonato la casa dove abitavano a San Prisco, per le difficoltà economiche in cui si trovava in seguito all'arresto di tre pusher con la conseguente perdita del carico di droga. Chiese a Monica un prestito: 2500 euro per potersi rifornire di una nuova partita di stupefacenti. In cambio le avrebbe promesso di farla lavorare nuovamente con lui per un compenso di 250 euro a settimana. La proposta non si sa se venne accettata ed in virtù di ciò il gip non ha convalidato la richiesta d'arresto formulata per la donna.

LE "FEMMINE BONE" PER INDICARE LA DROGA

Ma dagli atti dell'inchiesta emerge anche il linguaggio in codice utilizzato dai pusher. Non solo le vongole, il caffè, la macchina bianca e marrone per indicare la droga da vendere. La rete dei pusher di cui era capo Tommaso D'Angelo utilizzava un'ampia gamma di codici per parlare degli stupefacenti al telefono. In un caso, addirittura, lo stupefacente viene chiamato con il termine di "femmine" che erano "bone" a seconda della qualità della droga. 
 

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