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Cronaca Castel Volturno

Sfruttamento della prostituzione, pena "lieve" per la madame ed il complice

Per i giudici non c'è stata tratta di esseri umani ma favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

Non c'è stata tratta di schiave ma semplice sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Sono stati così rideterminati i reati a carico di un uomo ed una donna, entrambi nigeriani, per i quali la Corte d'Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Napoletano, ha inflitto due condanne, lievi, rispettivamente a 2 anni ed 1 mese di reclusione e 1 anno e 9 mesi. 

I giudici hanno disposto la scarcerazione dei due imputati - assistiti dagli avvocati Andrea Balletta, Angelo Raucci, Rosario Avenia e Alessio Scala - in quanto il periodo di carcerazione è stato, di fatto, già scontato prima della sentenza. 

I due vennero coinvolti in un'inchiesta su una presunta tratta di esseri umani in Sicilia, con ragazze costrette a prostituirsi anche a Castel Volturno. E proprio il filone del litorale è stato oggetto del processo. 

L'inchiesta è scattata in seguito alla denuncia di una nigeriana (prostituta) che ha raccontato ai poliziotti le violenze subite da un'altra donna (anche lei nigeriana) perchè si era rifiutata di dargli dei soldi come "prezzo da pagare per essere autorizzata" a potersi prostituire.

Una sorta di "affitto".  Le intercettazioni scattate per ricostruire l'esatta dinamica di quanto era accaduto portano a ricostruire un'inquietante vicenda di schiavitù, riti magici e prostituzione con le ragazze fatte arrivare dall'Africa, attraverso la Libia, per trovare il proprio inferno in Italia. 

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